Brexit e pandemia insieme sono troppo: le grandi gallerie chiudono a Londra

Tra i maggiori galleristi degli USA e con sedi a New York, Parigi e Londra, Marian Goodman ha deciso di chiudere lo spazio in Inghilterra. “L’attuale crisi sanitaria e la Brexit hanno introdotto incertezza nel mercato, soprattutto per le gallerie che operano a Londra”

Da quando la pandemia ha travolto l’intero pianeta, nel mondo dell’arte abbiamo assistito alla nascita di progetti ed eventi alternativi – prevalentemente digitali – che vedono protagonisti soprattutto le grandi gallerie. Piattaforme di vendita online, fiere digitali ex novo e sofisticate applicazioni in realtà virtuale sono strumenti e servizi su cui negli ultimi mesi hanno potuto investire soltanto i galleristar e i principali art dealer internazionali, marcando così ulteriormente la già netta distanza che separa le major dalle medie e piccole gallerie. Il clima di incertezza e il numero di contagi da Covid-19 che continua a crescere in tutti i paesi del mondo pare però stiano iniziando a mettere seriamente alla prova anche i grandi galleristi: in queste ore Marian Goodman, considerata tra i più importanti galleristi degli Stati Uniti, ha annunciato la chiusura della sua sede a Londra. Oltre al Coronavirus, l’altra causa sarebbe la Brexit: “il mondo dell’arte ha subito cambiamenti drammatici negli ultimi anni, e l’attuale crisi sanitaria e la Brexit hanno introdotto ancora più incertezza nel mercato, soprattutto per le gallerie che operano a Londra”, ha dichiarato la gallerista. 

MARIAN GOODMAN, DA NEW YORK A LONDRA (E PARIGI) 

Marian Goodman ha aperto la sua prima galleria a New York nel 1977, lavorando per oltre quarant’anni con i più influenti artisti del panorama contemporaneo: tra tutti, Gerhard Richter, John Baldessari, Christian Boltanski, William Kentridge, Nan Goldin, Danh Vo, Giovanni Anselmo, Ettore Spalletti, Maurizio Cattelan, Luciano Fabro, Leonor Antunes. Risale al 1995 l’apertura dello spazio espositivo a Parigi, e al 2014 l’inaugurazione della galleria a Londra: mille metri quadrati all’interno del Golden Square Building, nel cuore del quartiere Soho, riprogettati a sede espositiva dall’archistar David Adjaye. La galleria ha aperto al pubblico con una mostra dedicata a Gerhard Richter.

IL FUTURO DI MARIAN GOODMAN A LONDRA 

La galleria londinese chiuderà alla fine del 2020, per dare spazio a un nuovo progetto e a una nuova strategia espositiva, ovvero Marian Goodman Projects. Si tratta di un’iniziativa che vedrà il team della galleria impegnato nell’organizzare mostre in diversi luoghi di Londra, a seconda della natura delle opere e del progetto espositivo. Marian Goodman Projects sarà guidato dalla stessa gallerista e da Philipp Kaiser, Direttore Esecutivo di Artists and Programs. Marian Goodman manterrà comunque a Londra un piccolo team guidato dal direttore esecutivo Aebhric Coleman, per lavorare sui progetti e con il roster di artisti della galleria. Il primo progetto è in programma per l’autunno 2021, con l’ìintenzione di estendere l’iniziativa a città selezionate a livello internazionale. “La galleria si distingue per la qualità del suo programma e per i nostri rapporti profondi e di lunga data con i nostri artisti”, spiega Marian Goodman. “La nuova iniziativa ‘Projects’ si basa su questi elementi, e stabilisce un nuovo modello di programmazione flessibile per la galleria, che ci consente di essere strategici e sensibili agli interessi in evoluzione dei nostri artisti, collezionisti e pubblico”. 

– Desirée Maida

www.mariangoodman.com

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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