Bosco Sodi e l’energia del colore. A Firenze
Da Eduardo Secci Contemporary, prima assoluta a Firenze per l’artista messicano Bosco Sodi, celebre grazie a opere di grande formato e dai colori vivaci. Metafore della razionalità e della casualità dell’esistenza.
In quell’intreccio di fibre naturali, segatura, colla, legno e argilla, Bosco Sodi (Città del Messico, 1970) traccia una mappa della sua ricerca artistica, frutto di un lungo lavoro di osservazione e meditazione. Ogni opera, dipinto o scultura che sia, nasce dall’equilibrio tra materia e colore, in armonia con il luogo di produzione, e rivela l’intimità che caratterizza il lavoro dell’artista; interrogare la materia, seguirne la conformazione quasi a volerne interpretare il destino e dirigerne il corso.
MATERIA E IMPERFEZIONI SECONDO BOSCO SODI
Su quest’humus concettuale si stendono ampi strati di colore; a metà fra l’Action Painting e l’Art Brut, questa seconda parte del processo creativo è affidata in buona parte alla casualità, che a sua volta sfrutta le casuali imperfezioni della materia. Per questo l’energia che scaturisce dal colore è metafora del fluire della vita, transitoria e solo in parte controllabile. Opere dalla forte presenza fisica, e insieme eteree, come istanti di un più lungo cammino.
‒ Niccolò Lucarelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati