Prima mostra monografica a Roma per l’artista Karl Stengel

Disegni, dipinti e incisioni realizzate da Karl Stengel vanno in mostra all’Accademia d’Ungheria di Roma, rinsaldando il legame tra l’artista scomparso nel 2017 e la Capitale.

La mostra di Karl Stengel (Novi Sad, 1925 – Loro Ciuffenna, 2017), Con cuore puro, all’Accademia d’Ungheria a Roma, porta nella Capitale il lavoro di un artista mitteleuropeo che ha trovato la sua patria in Italia. Scomparso nel 2017, Stengel ha vissuto a lungo nel nostro Paese, che aveva scoperto nel 1963 dopo la fuga dall’Ungheria insorta contro i sovietici. A Roma e a Firenze aveva osservato da vicino i grandi pittori del Rinascimento e del Barocco. E, come spiegava egli stesso, in Italia aveva imparato a dipingere, perché, dopo averli conosciuti, non aveva più avuto timore dei grandi maestri. Fino all’11 dicembre 2020, le sue opere si trovano esposte nelle sale e fra i marmi realizzati da uno dei più grandi architetti del passato, Francesco Borromini, alla cui mano si deve Palazzo Falconieri, dal 1928 sede dell’Accademia d’Ungheria.

MUSICA, LETTERATURA E POESIA IN MOSTRA

La prima mostra monografica romana, curata e allestita da Elisabeth Vermeer, comprende cinquanta opere fra disegni, dipinti, collage, guache, incisioni provenienti dall’Atelier Stengel e dalla Collezione permanente, aperta a Firenze nel 2017 a Palazzo Rosselli del Turco. Le sale del piano nobile dell’Accademia d’Ungheria sono allestite per temi e richiamano gli interessi che Stengel ha perseguito per tutta la vita: il dialogo fra le arti come liberazione. Nella sala della musica campeggiano i quadri dell’ultimo periodo, con la forza del colore a rappresentare i movimenti musicali dei suoi autori preferiti di tutti i tempi: Listz, Bach, Rachmaninoff, Prokofiev. Così, insieme al dipinto Musica per un balletto II. A Petruska di Stravinsky, troviamo il dittico in omaggio Al grande musicista Maurizio Pollini. Enorme era anche l’amore di Stengel per la letteratura e la poesia, compresa quella italiana. Nella prima sala, dedicata a queste arti, ci sono disegni ispirati al Decamerone di Boccaccio, ma anche a Pier Paolo Pasolini, che dall’opera trasse un film, insieme a un libro di incisioni con frammenti poetici dello scrittore franco-tedesco Ivan Goll. Lo stesso titolo della mostra, Con cuore puro, è preso in prestito dalla poesia di Attila József, poeta ungherese scomparso a 32 anni.

Karl Stengel. Con cuore puro. Exhibition view at Accademia d'Ungheria, Roma 2020. Photo Klára Várhelyi

Karl Stengel. Con cuore puro. Exhibition view at Accademia d’Ungheria, Roma 2020. Photo Klára Várhelyi

LA STORIA DI STENGEL

Nella sala centrale, dedicata alla storia, troviamo la storia stessa di Stengel, che come tante vite del Novecento è legata a doppio filo ai drammi delle guerre e delle dittature. Racconta la curatrice Elisabeth Vermeer: “Stengel è stato un migrante del suo tempo. Nasce a Novi Sad, ora Serbia, da una famiglia ungherese; negli Anni Quaranta vive l’esperienza dei lager sovietici dove inizia a disegnare con un pezzo di carbone sui sacchi di cemento. In seguito, va a vivere in Ungheria, a Monaco di Baviera, in Spagna, ad Alicante, e infine trova la sua seconda patria in Italia”.
E a Loro Ciuffenna, borgo storico della Valdarno, c’è tutt’oggi il suo atelier, conservato dalla vedova di Karl, la poetessa tedesca Camilla Paul Stengel. Prosegue Vermeer: “L’astrazione e il figurativo convivono in Stengel in modo geniale. I suoi contemporanei, da Kandinskij a Miró, seguivano l’astrattismo; Stengel non abbandonò mai l’elemento figurativo. E quando, negli Anni Cinquanta, gli proposero di andare negli Stati Uniti rifiutò. Perché, come racconta la moglie Camilla, voleva rimanere un artista europeo”.

Letizia Riccio

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Letizia Riccio

Letizia Riccio

Giornalista dal 1997, laureata in Lingue e letterature straniere moderne a La Sapienza di Roma, inizia a scrivere a La Repubblica nel settore della televisione e prosegue, nello stesso campo, con Il Mattino di Napoli, L'Unione Sarda e Il Giornale…

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