Oltre il naturalismo. Pedro Neves Marques a Napoli
Nella produzione filmica e narrativa di Pedro Neves Marques la scienza e la tecnologia diventano strumenti di liberazione del genere umano. Raccontando se stesso nella forma letteraria dell’autofiction, sospesa tra realtà e finzione, l’artista, in mostra alla galleria Umberto Di Marino a Napoli, rompe i dualismi culturali con cui la società patriarcale ha interpretato e decodificato il reale fino a ora.
Il legame tra scienza ed emancipazione di genere è il leitmotiv del progetto Autofiction di Pedro Neves Marques (Lisbona, 1984) presentato alla Galleria Umberto Di Marino di Napoli. Iniziato con l’opera Becoming Male in the Middle Ages (2019), vincitrice della 17esima edizione di Illy Present Future, il progetto indaga i temi della genetica contemporanea, della questione di genere e della riproduzione, con l’espediente letterario dell’autofiction.
LE OPERE DI PEDRO NEVES MARQUES
Superando l’autobiografia, l’artista esplora la relazione tra il sé e il corpo attraverso una scrittura lirica che intreccia finzione e realtà, e immagina un mondo in cui gli uomini producono ovuli, mettendo in crisi la dicotomia che regola i rapporti tra ciò che è naturale e ciò che non lo è. Scatti apparentemente identici colgono una mano che sorregge un cellulare sul cui display scorrono brevi componimenti poetici, interrotti dall’autoritratto dell’artista che mostra una cicatrice sul corpo, simbolo di quella trasformazione attuata dalla scienza che provoca la caduta del mito del corpo inteso come luogo di neutralità opposta all’artificialità. Né maschio né femmina, né macchina né creatura, il corpo si libera dal sessismo e dal naturalismo.
‒ Francesca Blandino
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