Premio Carapelli for Art 2020. Gli artisti vincitori della terza edizione
Sono quattro i vincitori della terza edizione del premio lanciato dalla Casa Olearia Carapelli con l’obiettivo di sostenere artisti contemporanei nazionali e internazionali. Abbiamo intervistato alcuni di loro per farci raccontare la loro esperienza del premio
Giunge alla terza edizione il Premio Carapelli for Art, riconoscimento istituito nel 2017 dalla Casa Olearia Carapelli in occasione del 125esimo anniversario dalla nascita dell’azienda toscana rivolto ad artisti contemporanei nazionali e internazionali. Al Carapelli for Art 2020 hanno preso parte 1720 artisti provenienti da 80 paesi, confermando così come il premio nel corso degli anni stia sempre più crescendo in termini di importanza e partecipazione.
L’EDIZIONE 2020 DEL PREMIO CARAPELLI FOR ART
Gli artisti che hanno risposto al bando di quest’anno sono stati invitati riflettere sul tema “Radici”, intese come storia, tradizione e identità. Una giuria composta da Elisa del Prete (curatrice) Matteo Innocenti (curatore), Massimiliano Tonelli (direttore editoriale di Artribune) e Gabriele Tosi (curatore) ha selezionato gli artisti finalisti, suddivisi in due categorie: Open (aperta a tutti gli artisti professionisti) e Accademia (rivolta agli studenti delle Accademie di Belle Arti di vari Paesi). I vincitori del Premio Carapelli for Art 2020 sono Sergia Avveduti e Arturas Bumšteinas per Open e Silvia Bertoldo e Carlos Casuso per Accademia. Sono state conferite inoltre due menzioni speciali a Valerio Veneruso (Open) e Max Mondini (Accademia). Per entrambe le categorie, Carapelli ha destinato un montepremi complessivo di 12mila euro e, come accaduto per le passate edizioni, le opere degli artisti vincitori entreranno a fare parte della collezione Carapelli.
GLI ARTISTI VINCITORI DEL PREMIO CARAPELLI
In che modo gli artisti partecipanti a Carapelli for Art hanno interpretato il tema Radici anche alla luce dell’attuale emergenza sanitaria globale? In che modo la pandemia ha influenzato il loro lavoro? A queste domande hanno risposto i vincitori del premio Sergia Avveduti e Carlos Casuso.
SERGIA AVVEDUTI – VINCITRICE CATEGORIA OPEN CARAPELLI FOR ART 2020
Il tema del bando cui avete partecipato è Radici: in che modo avete interpretato questo tema nelle opere che avete realizzato? Quale messaggio avete voluto lanciare attraverso le vostre opere?
S.A. La riflessione sul concetto di radici ha fatto scaturire un riflesso trasfigurante e limpido come l’immagine di costellazioni e galassie. Questa osservazione si è contaminata con l’antico moltiplicando la visione. Freccia esplosa è la conseguenza di un percorso misterioso, di un viaggio dove visione e introspezione si compenetrano fino scoprire qualcosa che non si era immaginato: la radice dell’origine, l’esplosione che ha dato vita al tutto.
C.C. Il mio lavoro è sempre in dialogo con il passato e la storia del medium pittorico. Il tentativo è quello di fare un discorso sulla Pittura come dispositivo, e quindi va da sé che la considerazione della storia del mezzo pittorico è sempre presente. Il tema Radici l’ho interpretato come le radici del medium pittorico: nell’opera proposta X- About Credit and debt II ho realizzato svariate bozze preparative, che avevano come tema formale il tema della Deposizione di Cristo. Ho fatto uno studio iconografico di molte opere della tradizione tra il 1000 e il 1500 d.C., da lì sono partito per sviluppare il lavoro finale.
In che modo l’attuale periodo storico ha influito (se lo ha fatto) sull’ideazione e la realizzazione dell’opera?
S.A. L’attenzione verso il paesaggio e l’architettura mi accompagnano da sempre. Durante questo delicato momento storico ho pensato all’importanza dell’arte di essere politica, di farsi portatrice di pensieri e approcci radicali, di apportare una differenza nello sguardo dello spettatore. Stiamo attraversando l’incerto, sperimentiamo emozioni contrastanti, fragilità e consapevolezze inedite. L’opera è il nocciolo di una riflessione, di un tema da mettere in luce, forzando il già noto e intraprendere percorsi sconosciuti che stimolano la curiosità di chi ne fa esperienza spingendolo verso nuove opere, verso la lettura di un libro o l’ascolto di un brano musicale.
C.C. In modo diretto o indiretto, l’attuale periodo storico ha influito nell’elaborazione dell’opera; il lavoro è stato sviluppato nell’arco di due mesi, tra maggio e giugno 2020. Il corpo centrale ha qualcosa a che vedere con un aspetto decadente, un corpo seduto e ripiegato su sé stesso, in una posizione scomposta, segno di stanchezza e decadenza. Se si vuole, si può anche leggere il soggetto come una figura derisa, molti degli altri elementi presenti nel dipinto lo indicano, lo deridono. Si potrebbe ricollegare anche a un altro registro iconografico, che è quello del Cristo deriso, ad ogni modo, per me il messaggio di quel corpo centrale è il messaggio di una certa configurazione di umanità che è al suo tramonto.
– Desirée Maida
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