Venezia Anno Zero. Il progetto di Andrea Morucchio
Lo Spazio Proiezioni di Bottega Cini, a Venezia, ospita l’opera video realizzata da Andrea Morucchio durante il lockdown. Una riflessione sull’ultima chance che Venezia può avere per salvarsi dallo spettro di una fine quasi certa.
Se è vero com’è vero che dalle crisi nascono le opportunità, questo è possibile soltanto se le si sa cogliere e per saperle cogliere bisogna dapprima saperle cercare.
L’opera realizzata da Andrea Morucchio (Venezia, 1967) in periodo di lockdown (dal 17 marzo al 17 maggio) e ora visibile in atmosfera immersiva presso lo Spazio Proiezioni di Bottega Cini è la sintesi di 30 ore di video girate per la città di Venezia, con un semplice smartphone, senza cavalletto né stabilizzatore. A metà strada fra la curiosità e la libertà trasgressiva (l’artista afferma di aver girato senza permessi), essa nasce da una spinta intuitiva, non premeditata e del tutto spontanea, il cui risultato, così come per i procedimenti euristici, è gravido di casualità, incertezze e di inattese sorprese.
VENEZIA, LE MASCHERE E L’OVERTOURISM
Il cortometraggio ora in mostra in Laguna ‒ con il quale Morucchio ha vinto il primo premio della sezione Venezia una Città alla 17esima edizione del Videoconcorso Francesco Pasinetti ‒è costituito da un collage di brevi video, dove a romantici tramonti e minacciosi temporali seguono le “ciaccole” e il calpestio dei passanti, ai rintocchi delle campane e alle canzonette provenienti dalle case, lo sciabordio delle acque e il tubare placido dei colombi.
Ma con le belle immagini di una Venezia silente ‒ quelle che noi tutti abbiamo avuto modo di vedere sui nostri cellulari e le nostre tv, durante il periodo del confinamento ‒ l’opera di Andrea Morucchio non ha niente a che fare. Infatti, Venezia Anno Zero, il cui titolo, non a caso, rimanda al capolavoro neorealista di Roberto Rossellini, non indugia mai in banali e scontati estetismi, ma punta direttamente all’anima della città, al suo genius loci, quello dissimulato sotto le numerose superfetazioni e le molte maschere che, come afferma l’artista, talvolta l’avidità, talaltra l’ignavia degli uomini l’hanno costretta a indossare.
THE RAPE OF VENICE
Veneziano da più generazioni e figlio d’arte, Andrea Morucchio non è nuovo a operazioni che hanno come tema la sua città. The rape of Venice ‒ ne abbiamo parlato su queste pagine cinque anni fa ‒ era un lavoro forte, in cui senza mezzi termini Morucchio denunciava l’abuso e lo stupro ai danni della sua città, in particolare quello esercitato da un turismo selvaggio e del tutto inappropriato per una città dall’equilibrio ambientale così delicato.
UNA SPERANZA PER VENEZIA
In Venezia Anno Zero, che di quel lavoro vuole essere la prosecuzione, si intravede invece una luce di speranza, ovvero che Venezia possa ancora avere e meriti una seconda chance, così come la meritano i suoi abitanti e tutti quei turisti, e sono tanti, che sinceramente l’amano e la rispettano. Venezia Anno Zero è un progetto in divenire che si presta a essere esportato in altri luoghi e in altre forme, a essere rimaneggiato e trasformato in libri, mostre e videoinstallazioni, consigliamo quindi di seguirne l’evoluzione.
‒ Adriana Scalise
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