Riapre la Fetta di Polenta a Torino per Jason Dodge. Noero tra 6 gallerie coinvolte nel progetto
L’artista americano ha ideato una mostra esposta contemporaneamente in 6 spazi nel mondo, dando istruzioni per l’allestimento. Giorgio Griffa le ha interpretate per l’ex galleria di Franco Noero in un edificio storico della città
Era chiusa dal 2013, quando era terminata l’attività espositiva di Franco Noero in quello stranissimo edificio disegnato nell’800 da Alessandro Antonelli a Torino, nel quartiere Vanchiglia in centro. Stiamo parlando di Casa Scaccabarozzi, meglio nota come Fetta di Polenta per la sua forma sottile e il colore giallo ocra, che per una volta ancora torna ad essere galleria fino al 12 dicembre 2020, ospitando il nuovo progetto di Jason Dodge (Newton, Pennsylvania, 1969), dal titolo They lifted me into the sun again and packed my skull with cinnamon. L’artista americano, nel suo consueto stile spiazzante, ha ideato una mostra in edizione di sei esposta, tra l’ultima settimana di ottobre e la prima di novembre, contemporaneamente in altrettanti spazi in giro per il mondo.
LE SEDI NEL MONDO
A ciascuna sede – la già citata Galleria Franco Noero (Torino), Gilles Drouault galerie/multiples (Parigi), MORE publishers with Gevaert Editions (Bruxelles), Guimaraes (Vienna), Akwa Ibom (Atene), and Gern en Regalia (New York) – ha fornito una serie di oggetti – tra cui 20 poster pubblicitari della marca Bayer Aspirin, un volantino per il ritrovamento di un animale smarrito, petali di calendula, batterie, forchette, elementi in tessuto e una lista della spesa – e impartito delle istruzioni, delegando un sostituto nell’esecuzione dell’allestimento. Per Torino, ha accettato l’invito Giorgio Griffa, il maestro torinese classe 1936, non nuovo a tributi e a generose collaborazioni: due anni fa, in omaggio ad Alighiero Boetti, aveva realizzato un intervento permanente sul soffitto dell’atrio di ingresso del Condominio-Museo ViadellaFucina16, donando l’opera a Kaninchen-Haus, l’Associazione Culturale dei Coniglioviola.
LA COLLABORAZIONE CON GIORGIO GRIFFA
Ora questa collaborazione con Dodge che, materialmente, non c’è stata per ottemperare alle disposizioni anti-Covid, diventando, così, una messa in scena dell’assenza dell’artista americano. “La mostra di Jason Dodge è una mostra piccola ma molto speciale, per molti e diversi motivi”, ci spiega Noero: “la radicalità e fermezza dell’approccio dell’artista, il contemporaneo apparire in sei luoghi diversi nel mondo, in forme diverse ma sostanzialmente uguali in un momento in cui questi, per le restrizioni correnti, non possono esser fisicamente raggiunti, neanche dall’artista, per la grazia, forza e straordinaria generosità di Giorgio Griffa a cui Jason ha chiesto di installare materialmente la mostra e perchè, seppur solo per due settimane, ha riacceso le luci della Fetta di Polenta”. Noto per la sua ricerca pittorica fatta di linee, macchie di colore, lettere e numeri con i quali evocare la memoria della pittura, Griffa ha interpretato le istruzioni di Dodge attraverso un’installazione frutto di un incontro, seppur virtuale, tra due poetiche forti e distintive. L’opera è visibile esclusivamente dall’esterno, attraverso due finestre dell’edificio da Via Giulia di Barolo.
-Claudia Giraud
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