Una “Rota” di tre metri per unire in tempi di isolamento. Il progetto collettivo di Linda Brindisi
Quattordici Comuni hanno aderito all’iniziativa dell’artista Linda Brindisi che, costruendo una rete su tutto il territorio italiano, è riuscita a far convergere in un’unica opera numerose e differenti creatività.
Linda Brindisi (Iseo, 1981) torna a lavorare sulle sue Rote – dischi di carta ecologica interamente costruiti a mano – dopo tre anni di pausa, e per l’occasione decide di condividere il progetto con gli abitanti di quattordici Comuni sparsi su tutto il territorio italiano.
Le Rote sono da sempre il risultato di performance in loco con l’intento di creare connessioni all’interno delle comunità o dei luoghi in cui si insedia (ricordiamo ad esempio la Rota esposta abusivamente nei giardini della Biennale di Venezia del 2007), ma stavolta la necessità espressiva dell’artista l’ha portata a elaborare una nuova formalizzazione delle sue opere collettive: essendo, infatti, oltre che pittrice, anche performer, si è trovata come in molti a dover fare i conti con l’imposizione del distanziamento sociale dato dal Covid-19, che ha di fatto imposto una lunga pausa alle esibizioni performative in tutto il mondo.
UNIRE CON L’ARTE
Dalle limitazioni però può nascere una nuova metodologia lavorativa e Linda Brindisi ha deciso di sperimentare una tecnica inedita per le sue opere durante i mesi del primo lockdown: chiedere ai partecipanti al progetto di inviarle per mail dei disegni a tema libero, decidendo apertamente di non concentrarsi sul Covid per poter dare spazio alla pura creatività di chi ha aderito. Per l’occasione si sono mobilitate scuole, centri per anziani, oratori, famosi sportivi ‒ tra cui il nuotatore Simone Barlaam e il pattinatore Angelo De Benedictis – e altre piccole comunità dei quattordici luoghi che hanno appoggiato e aderito al progetto (tra cui Pescara, Tredozio e Cusago, per citarne alcuni).
IL COLLAGE COLLETTIVO DI LINDA BRINDISI
Una volta lette le centinaia di mail, Brindisi ha raccolto tutti i disegni ricevuti e ha deciso di ricoprire interamente la Rota dal diametro di tre metri facendo un collage collettivo. La particolarità del progetto risiede proprio nella libertà espressiva concessa ai partecipanti; l’artista si è infatti trovata a unire in un gigantesco puzzle cromatico disegni di ogni tipo: bianco e nero, colori, grafiche e piccoli collage, sono tutti prodotti in tempi difficili per la creatività umana, rinchiusa nell’ambiente domestico come una belva da liberare. L’importanza del progetto, che sfocerà nell’esposizione della Rota in tutti i Comuni partecipanti, sta proprio nell’aver concesso un piccolo spiraglio di liberà e divertimento a tutti quelli che sentivano la necessità di esprimersi attraverso la realizzazione di un progetto comune.
Il risultato è evidente, in un mix di immagini molto diverse tra di loro risiede un importante concetto: l’unione delle diversità per un fine comune, ovvero liberare la creatività per stare meglio e sentirsi parte di qualcosa che ci accomuna tutti in questi tempi difficili.
‒ Lucrezia Arrigoni
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