Citofonare Vezzoli. L’arte di ricreare mondi a Milano
La mostra meneghina, curata da Francesco Vezzoli insieme a Filippo Bisagni presso la galleria di Tommaso Calabro, ripropone la bellezza della casa ateniese del collezionista greco Alexander Iolas.
Chi non conosce Alexander Iolas dovrebbe rimediare subito visitando la mostra della galleria milanese Tommaso Calabro. Un personaggio che sembra uscito dalle pagine di Capote e che da artista amico degli artisti (Picasso, Ray, Ernst) è diventato il collezionista dei collezionisti. Pellicce di scimmia, fughe e balli a parte, fu il creatore di una delle prime reti internazionali di gallerie (ma che chiuse alla morte di Ernst), contribuì a introdurre il Surrealismo negli Stati Uniti e diede a Warhol la sua prima personale.
La storia, dalla fama alla tragedia, si snoda su un allestimento a tre livelli, attraverso opere di artisti da lui esposti, creazioni di Vezzoli e complementi d’arredo. Questi ultimi ripropongono l’estetica di Villa Iolas, un tripudio interamente in marmo nella periferia di Atene (tristemente finita in mano ai vandali), ricca di antichità greche, egizie, romane, bizantine e orientali oltre alle opere moderne. In suo onore e in continuo dialogo si alternano così le opere di alcuni degli artisti a lui cari: Victor Brauner, William N. Copley, Giorgio de Chirico, Max Ernst, Lucio Fontana, Paul Klee, Yves Klein, Les Lalannes, René Magritte, Georges Mathieu, Roberto Matta, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali, Man Ray, Martial Raysse e Fausta Squatriti.
‒ Lucia Antista
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Lucia Antista
Laureata in Filologia moderna, vive a Milano, occupandosi di arte, fotografia e teatro per Libreriamo. Giornalista pubblicista, al limite della grafomania, collabora con varie testate e quando può scrive sul suo blog Luce fu.