Artribune Podcast: il monologo al telefono dell’artista Rosa Barba
Continua il format di Donatella Giordano per i podcast di Artribune. In questo nuovo appuntamento la protagonista è Rosa Barba, artista italiana che vive in Germania la cui ricerca verte sui linguaggi cinematografici
Al telefono con Rosa Barba (Agrigento, 1972), una delle più affermate artiste italiane della sua generazione, emigrata in Germania da diversi anni. La sua pratica artistica include film, video, installazioni e sculture cinetiche e cinematografiche. In questo monologo l’artista analizza l’attuale condizione dell’essere umano – continuamente sottoposto a un clima di intensa visualizzazione e sopraffatto da un ambiente sempre più dominato dall’informazione visiva – ponendosi alcune domande: “questa cultura visiva quotidiana è un’estensione dell’esperienza cinematografica o gli elementi classici del cinema ne fanno qualcosa di fondamentalmente diverso? Quali aspetti della cultura cinematografica dovrei approfondire per esporre le sue possibilità come forza anarchica piuttosto che considerarla semplicemente un ulteriore sbocco di dati visivi?”.
SCONVOLGERE LO STATUS QUO DEL CINEMA. L’ARTE DI ROSA BARBA
Dal mezzo fotografico, al cinema fino al graduale e definitivo distacco dalla tradizione: la poetica di Rosa Barba si oppone alla convenzionale visione che considera il cinema come semplice estensione dell’attuale sovraccarico di dati visivi. L’obiettivo di questo processo, infatti, è quello di creare una nuova forma di auditorium che permetta una maggiore interazione da parte dello spettatore e un’espansione del pensiero, con effetti sempre imprevedibili. I suoi interventi nello spazio includono un’architettura cinematografica fatta di storie, macchine, suoni, ambienti e pubblicazioni. Tutto contribuisce a restituire diversi aspetti del paesaggio e dell’esistenza. L’artista scompone e ricrea storie basandosi su traduzioni orali, opinioni e documenti non ufficiali, puntando i riflettori su una cultura popolare quasi dimenticata. Minimizzando l’informazione visiva, poi, definisce il suo punto di vista raccordando metafore che accennano alla sua posizione politica. A partire dal 2004, Barba produce inoltre una pubblicazione periodica a cadenza irregolare chiamata Printed Cinema: si tratta di un progetto parallelo al suo lavoro audiovisivo che estende la sua personale riflessione sull’essenza della cinematografia. L’artista ha ricevuto vari premi, tra cui il Premio Internazionale di Arte Contemporanea (PIAC) della Fondation Prince Pierre de Monaco (2016). Ha partecipato a numerose mostre collettive e biennali, tra cui la 32. Biennale di San Paolo (Brasile) e la 53. e 56. Biennale di Venezia.
– Donatella Giordano
interprete Alessandra Rantucci
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