La nuova estetica del ritratto femminile. Intervista all’artista Domenico Grenci

L’artista calabrese di base a Bologna e tra i protagonisti dell’ultima edizione digitale di ArtVerona, ci racconta la sua pratica artistica: volti femminili realizzati con il bitume

Volti femminili che tornano come un’ossessione. Immagini inquiete, enigmatiche, intime, dove il mistero si può cogliere negli sguardi e gli occhi restituiscono un vissuto emotivo, un’interiorità rivelata che sembra sfuggire e dissolversi. Le opere di Domenico Grenci (Ardore RC, 1981), artista calabrese da anni residente a Bologna, si nutrono di poesia e sono continuamente alla ricerca di un nuovo ideale estetico. 

IL RITRATTO FEMMINILE SECONDO DOMENICO GRENCI 

“Da un punto di vista personale, nel ritratto femminile, e in particolare in quello legato alla moda, percepisco sempre un necessario, ostinato riscatto dal consumismo a cui è relegato”, racconta ad Artribune Domenico Grenci, tra gli artisti protagonisti dell’ultima edizione digitale di ArtVerona. “I mass media non presentano più un modello unico di bellezza. Il compito che mi sono dato è quello di condurre questo ideale estetico in una direzione diversa. Il volto, trasfigurato e immerso in uno spazio indefinito, diventa simulacro senza tempo e questo mutamento mi appaga, mi fa sembrare le cose meno banali e i gesti quotidiani più importanti”. I volti, nel vuoto della tela, sembrano rimandare a Schiele o Manolo Valdés, le immagini sono immerse in una bellezza dolorosa e fugace che offre spunti di riflessione, creando le condizioni necessarie affinché ciascuno possa mettersi in discussione di fronte a un’opera d’arte per innescare un cambiamento interiore. L’utilizzo del bitume nelle sue opere non è casuale, ma parte di una continua ricerca per sperimentare e creare un alone misterioso. “Il bitume mi ha stupito per le possibilità di stesura che offre”, continua l’artista. “Da uno stato molto consistente e denso, usando diluenti aggressivi, si arriva a delle sottili velature. È un elemento che abita la parte più nascosta della terra, un materiale che ha usi risalenti alla preistoria e che ha sempre avuto a che fare con l’uomo fino alla nostra contemporaneità”. 

GLI ARTISTI E IL RAPPORTO CON MUSEI E GALLERIE. IL PENSIERO DI DOMENICO GRENCI 

Nel presente, i musei stanno ridefinendo la loro funzione, da spazi espositivi a spazi di produzione che accolgono anche residenze per aprirsi ai giovani artisti e a nuove forme di sperimentazione. “Reputo fondamentale aprire il più possibile i musei a chiunque abbia voglia di confrontarsi, di dibattere, di creare connessioni e cortocircuiti”, spiega Grenci. “È auspicabile che anche le gallerie private inizino a ridefinirsi aprendo gli spazi a eventi multidisciplinari. I piccoli festival di provincia e i centri poco conosciuti sono fucine di crescita e di confronto a cui le nostre città ci hanno disabituato. Partire dai margini e dalle periferie per arrivare a un centro è un cambiamento di prospettiva molto importante oggi”.

– Anna Amoroso 

www.domenicogrenci.it

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Anna Amoroso

Anna Amoroso

Giornalista presso il Corriere Fiorentino, dorso toscano del Corriere della Sera. Ha sviluppato esperienza anche nel dipartimento Marketing & Media della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, nell’organizzazione di eventi culturali (Festival Internazionale di Fotografia presso il Macro) e come…

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