È morto a Bologna Marcello Pecchioli. Ha finalmente raggiunto i suoi tecnomondi…
Claudio Musso ricorda qui la figura di Marcello Pecchioli, docente e teorico che in Italia aprì un varco in materia di fantascienza, robotica e tecnologia applicata all’arte.
Ricordo benissimo il giorno in cui dalla porta del DAMSLab, allora un’aula attrezzata nel Complesso di Santa Cristina a Bologna, vidi entrare Marcello Pecchioli (Spoleto, 1954 – Bologna 2021). Avrebbe tenuto un seminario su Arte e nuove tecnologie nel corso di Paola Sega Serra Zanetti e, a prima vista, con quel suo spezzato scuro, il nodo stretto della cravatta, la valigetta e gli occhiali spessi pareva più ingegnere informatico in stile Bill Gates che un filosofo della scienza. La prima lezione fu folgorante: i tecnomondi, ovvero modelli teorici usati per spiegare l’estetica tecnologica di cui aveva scritto nel suo Scansioni (Costa & Nolan, 2000), venivano introdotti attraverso la visione di contributi audiovideo tra i quali facevano capolino estratti da pellicole come La leggenda degli uomini straordinari.
MARCELLO PECCHIOLI
Le sue ricerche di umanista interessato e, a tratti, ossessionato dalla fantascienza, dalla robotica, dalla cosmologia hanno contribuito alla formazione di una figura di outsider, soprattutto nel nostro Paese, che sarebbe meglio chiamare “battitore libero” per la varietà degli argomenti affrontati e l’incredibile capacità di collegarli attraverso nodi concettuali. Sui margini tra le discipline (estetica, epistemologia, comunicazione), tra i ruoli (critico, curatore, inventore), tra le realtà, Pecchioli ha costruito dimensioni interpretative coniugando passioni vitali, come quella per il cinema horror (il suo primo libro Effetto Cronenberg, Pendragon 1995), con intelligenti e pionieristici studi, tra tutti certamente quelli sulla cosiddetta “Neotelevisione” (altri volumi curati per Costa & Nolan).
LA RICERCA DI MARCELLO PECCHIOLI
L’instancabile, è proprio il caso di dirlo, attività di studio e scandaglio del presente, lo ha portato ben presto, già a fine anni ’70, a partecipare in qualità di artista a rassegne sulla fotografia sperimentale e sui nuovi media (i contatti con Ars Tecnica a La Villette, Parigi), per poi dedicarsi in prima persona alla curatela e all’organizzazione di mostre e festival come il Festival di Fantascienza Ebe. Parallelamente aveva sviluppato un sistema di conoscenze da cui erano scaturite docenze oltre che al DAMS di Bologna, in diverse Accademie pubbliche e private lungo tutto lo Stivale e in corsi di studio capaci di aprirsi alle sue sperimentazioni come il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara. Al di là dell’apparente carattere solitario, si è sempre distinto per l’apertura ai processi collaborativi. Faceva parte di una comunità (di una generazione, forse?) che riconosceva nella rete, non solo internet, ma la possibilità di sviluppare un grado elevato di conoscenza, posso testimoniare personalmente che la disponibilità al dialogo e la sincera curiosità per le idee altrui metteva i suoi interlocutori a loro agio.
MARCELLO PECCHIOLI. LE PUBBLICAZIONI E I RICONOSCIMENTI
Anche le ultime fatiche editoriali edite da Mimesis, le curatele di Cronache dal Tecno-Medio-Evo e Assalto al cielo. Memorie, archivi, frammenti di un retro-futuro, sono rappresentative dell’approccio plurale e cooperativo, così come il gruppo di ricerca che guidava riunito intorno al titolo Age of Future (www.ageoffuture.com). Aveva avuto modo anche in occasione dell’annuncio pochi mesi fa del Premium International Florence Seven Stars di dimostrare la sua umiltà e dedizione rispondendo all’intervista di Carlo Franza: “sono molto onorato di aver ricevuto questo premio che mi sembra molto prestigioso. Sono rimasto colpito che gli organizzatori abbiano studiato a fondo le mie note bio e abbiano sottolineato le diverse capacità espressive del mio lavoro. Di solito vengo giudicato in base alle singole competenze e non complessivamente come in questo caso”.
-Claudio Musso
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