Un esplosivo Kendell Geers alla M77 Gallery di Milano
Kendell Geers torna in Italia con la mostra personale alla M77 Gallery di Milano: un viaggio mistico tra vecchi e nuovi lavori site specific.
OrnAmenTum’EtKriMen, il titolo della mostra alla M77 Gallery di Milano, rispecchia l’attenzione di Kendell Geers (Johannesburg, 1968) verso le parole e la loro capacità di fondersi per creare nuovi significati. Il titolo, infatti, rimanda al saggio del 1908 Ornamento e Crimine dell’architetto Adolf Loos nel quale l’architettura viene delineata nel suo aspetto funzionale e non estetico. È da questa riflessione che inizia il viaggio tra le opere di Geers. Hanging Piece del 1993 è il lavoro che apre la mostra occupando lo spazio inferiore del white cube: mattoni di argilla, sospesi attraverso dei cappi di corda rossa, invitano lo spettatore a farsi spazio tra una pioggia di architettura funzionale stimolando un sentimento di curiosità e allo stesso tempo di pericolo imminente e paura. Il pavimento specchiante contribuisce ad amplificare l’immersione nell’opera insieme ai tre neon dal colore rosso che, distribuiti su altrettante pareti, illuminano a intermittenza le parole D-ANGER, T-ERROR, B-ORDER.
L’IMMAGINARIO DI KENDELL GEERS
Stati d’animo che trovano un’eco al piano superiore nei cocci di bottiglia innestati nella parete al cui centro si erge la scritta “NOT OUR ISTS” che offre, nuovamente, diverse possibilità di lettura e riflessione. Al piano superiore l’immersione nell’attivismo, sciamanesimo, poesia e politica di Geers è totale. La carta da parati, che avvolge lo spazio in un’aura di meditazione, trova risposta nei Fleurs du Mal, nelle mani congiunte in preghiera ma costrette da manette e nei manganelli dorati posti a formare una croce.
Insomma, tra gli spazi di M77, nella mostra curata da Danilo Eccher, si varca la soglia di un modo ma si esce con la sensazione di aver ricevuto un battesimo, un nuovo modo di guardarsi e vedere il mondo.
‒ Giulia Turconi
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