Il grande collezionista Giorgio Fasol: “ecco cosa ho comprato nel 2020 nonostante tutto”
Come sono stati questi 12 mesi per i collezionisti italiani? Cosa hanno comprato? Cosa rimpiangono e cosa no del mondo pre Covid? Parte con Giorgio Fasol l’inchiesta di Artribune
Mentre tutta l’Italia torna in zona arancione e rossa, i musei e gli spazi per la cultura continuano ad aprire e chiudere le porte, il settore dell’arte va comunque avanti. Ad un anno dallo scoppio della emergenza sanitaria, è lecito tirare un bilancio anche per un mercato sofferente come quello dell’arte contemporanea, ma supportato dalla volontà delle gallerie e dall’impegno dei collezionisti. Con questo articolo, e con l’intervista a Giorgio Fasol, scopritore di talenti e anima della associazione Agiverona che sostiene da sempre, trovando sede nella città di Giulietta, i giovani artisti italiani, parte l’inchiesta di Artribune che racconta come sono stati questi 12 mesi per i collezionisti dello Stivale.
Quali opere hai acquistato (se hai acquistato) durante il 2020 e perché? Attraverso quali canali?
Nel 2020 ho acquistato opere dei giovani artisti Christian Manuel Zanon, che era già in collezione Agiverona, e di due new entry, Rebecca Moccia e Francesca Ferreri, oltre ad aver sostenuto -come sempre- la candidatura di diversi artisti della collezione a premi nazionali e internazionali, come per esempio Italian Council. La motivazione è molto semplice: Agiverona nasce per il sostegno ai giovani artisti e a maggior ragione credo che nel 2020 fosse importante dare un segnale di sostegno ai giovani. Tutte e tre le opere sono state acquisite attraverso le gallerie di riferimento.
Cosa ti è mancato di più nel corso del 2020? (il rapporto con gli artisti, andare ai musei, andare alle fiere) e perché?
In verità non mi è mancato molto: ne ho approfittato per mettere un po’ di ordine in tutto il lavoro arretrato che si era accumulato negli anni. Inoltre, grazie al supporto del web e del telefono, ho potuto comunque portare avanti i rapporti e i contatti con gli artisti, i curatori, le gallerie, le fiere e il sistema dell’arte in generale.
Cosa ti aspetti dall’arte del prossimo futuro?
Mi aspetto un cambiamento radicale, credo che i tempi siano ormai maturi sia per un cambio di passo nel sistema dell’arte sia per una revisione delle operatività.
Cosa butteresti dalla torre del mondo dell’arte pre Covid?
Tutto. Credo che la pandemia abbia puntato i riflettori su una situazione che era già precedentemente insostenibile e anacronistica. Inutile incaponirsi a voler continuare a lavorare e a ragionare come si è sempre fatto quando ormai è evidente che bisogna rivedere radicalmente l’approccio e il ruolo di ogni attore in gioco.
–Santa Nastro
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