Ancora una condanna per Jeff Koons in Francia: “Fait d’Hiver” viola i diritti di Franck Davidovici
Per la corte d’Appello di Parigi la scultura di Jeff Koons “Fait d'Hiver” è un chiaro plagio della campagna pubblicitaria di Davidovici del 1985 per il brand Naf Naf. L’opinione dell’avvocato Gilberto Cavagna di Gualdana.
Dopo la vertenza che ha visto ad oggetto la scultura di porcellana denominata Naked, giudicata in violazione dei diritti d’autore rispetto alla fotografia scattata da Jean Francois Bauret nel 1970, la Corte d’Appello di Parigi ha condannato ancora una volta Jeff Koons per contraffazione, sempre per un’opera legata alla grande retrospettiva dedicata nel 2014 dal Centre Pompidou al noto artista americano (sentenza n. 034/2021 del 23 febbraio 2021). Questa volta si tratta della scultura in porcellana denominata Fait d’hiver e realizzata da Koons nel 1988 – al momento conservata dalla Fondazione Prada che l’ha acquistata nel 2007 ad un’asta di Christie’s a New York – che riprende la campagna pubblicitaria ideata da Davidovici nel 1985 per il marchio di abbigliamento Naf Naf e nella quale si vedeva un maiale con una piccola botte di rum legata attorno al collo soccorrere una ragazza nella neve. Ribadendo sostanzialmente la sentenza di primo grado, i giudici d’appello francesi hanno giudicato che l’opera di Davidovici presentasse la creatività necessaria per beneficiare della tutela autoriale e che la scultura successiva ne riprendesse tutti gli elementi originali (“même jeune femme avec la même expression et la même mèche plaquée sur la joue gauche, allongée dans la neige, les bras relevés au niveau de la tête ; cochon portant un tonnelet de Saint-Bernard dans la même position près de la jeune femme”; cfr. sentenza pag. 18), rigettando le eccezioni di Koons volte a sostenere che la propria opera costituisse comunque espressione del diritto di libertà d’espressione (artistica) e/o potesse beneficiare della eccezione di parodia.
JEFF KOONS CONDANNATO A PARIGI: PER LA CORTE È PLAGIO
In particolare, per quanto riguarda la parodia – in Francia espressamente prevista (cfr. art. 122-5 del codice della proprietà intellettuale: “Lorsque l’oeuvre a été divulguée, l’auteur ne peut interdire: … 4° La parodie, le pastiche et la caricature, compte tenu des lois du genre …”) a differenza dell’Italia dove non trova un esplicito riconoscimento normativo – la corte ha ribadito che tale eccezione non potesse trovare applicazione in quanto non sussistessero i presupposti e requisiti necessari, come evidenziati dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea (cfr. sentenza del 3 settembre 2014, C6201/13), ovvero: che l’opera successiva evochi l’opera parodiata, che non rischi di essere confusa con quest’ultima e che concretizzi una manifestazione di umorismo o beffa (“l’oeuvre seconde doit évoquer une oeuvre existante ; l’oeuvre seconde ne doit pas risquer d’être confondue avec l’oeuvre première ; et elle doit constituer une manifestation d’humour ou une raillerie”; cfr. sentenza pag. 20). Elementi tutti non ravvisati nel caso in esame.
LA CONDANNA DI JEFF KOONS E IL DIRITTO D’AUTORE
La sentenza è stata anche il pretesto, per i giudici, per una “stoccata” finale al grande artista americano e una sorta di memento sulle finalità del diritto d’autore, volto a remunerare l’attività degli artisti tutti: “Enfin et surtout, aucune circonstance ne justifie que Jeff KOONS, qui occupe lui-même une toute première place sur le marché de l’art, se soit abstenu de rechercher qui était l’auteur de la photographie dont il entendait s’inspirer, afin d’obtenir son autorisation, le cas échéant, en acquérant les droits d’exploitation. Il doit être rappelé que le droit d’auteur a pour finalité de permettre à chaque créateur, quel que soit le mérite de son oeuvre dès lors qu’elle est originale, d’obtenir une rémunération en contrepartie de l’autorisation d’exploiter son oeuvre, et de faire respecter son droit moral de l’auteur, et notamment son droit à la paternité” (cfr. sentenza pag. 22). Famosi e non.
– Gilberto Cavagna di Gualdana
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