È morta a 79 anni la saggista e critica d’arte Eleonora Fiorani
Amalia del Ponte ricorda in questo testo la saggista, critica d’arte e docente Eleonora Fiorani, scomparsa il 10 marzo 2021.
Lo scorso 10 marzo si è spenta a Milano Eleonora Fiorani (1942-2021), un’amica autentica e sincera, epistemologa, saggista e critica d’arte, oltre che docente al Politecnico, allo IED e alla NABA. In tempi più recenti era entrata a far parte del comitato scientifico della Triennale di Milano, occupandosi del settore moda per il quale tra il 2015 e il 2018 ha promosso le mostre Textile vivant, Nuovo vocabolario della moda italiana e Rick Owens. Subhuman Inhuman Superhuman. Laureata in filosofia e storia alla Statale di Milano con Ludovico Geymonat, inizialmente i suoi studi si concentrano principalmente sull’antropologia e sulla sociologia per poi aprirsi alla geografia, all’etnobotanica, all’etnozoologia, approdando infine alle arti visive, al design e alla moda.
L’INCONTRO CON ELEONORA FIORANI
Ho incontrato Eleonora per la prima volta negli anni in cui insegnava filosofia al liceo sperimentale del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, che all’epoca mia figlia Nicol frequentava. Mi diceva sempre che le sue lezioni erano appassionanti e coinvolgenti, ma estremamente difficili per gli studenti. Eleonora era troppo eccentrica, soprattutto per l’ambiente estremamente severo del Conservatorio. Ci siamo poi perse di vista per un periodo, fino a quando un mio caro amico, Francesco Leonetti, mi disse di essersi sposato proprio con Eleonora. Lei è sempre stata una persona estremamente riservata e quindi Francesco inizialmente mi disse che forse non era il caso di presentarmela. Li rividi assieme tempo dopo da un altro comune amico: Arnaldo Pomodoro; in quell’occasione iniziammo a parlarci e capirci. Iniziò così un importante rapporto di stima e affetto. D’allora siamo rimaste molto vicine e per me è stata un’amicizia importante.
CHI ERA ELEONORA FIORANI
Nel 1988 stavo lavorando ad una performance/concerto con Walter Maioli che si sarebbe tenuta nel dicembre di quell’anno. Le chiesi se le sarebbe piaciuto scrivere un testo introduttivo, anche se sino ad allora non aveva mai scritto d’arte. Scrisse un testo delizioso e acuto e da quel momento iniziò sempre di più ad indagare e a raccontare il mondo dell’arte, dedicando particolare attenzione al rapporto Uomo/Ambiente, perfettamente in linea con le sue teorie sulla contaminazione tra i campi del sapere e con le sue concezioni sugli scambi linguistici fra le varie discipline tradizionali. Insaziabile di cultura, ha scritto un numero enorme di saggi a una velocità incredibile. In pochi giorni poteva scriveva un libro intero, cosa non da tutti, ma possibile per lei grazie al dono della scrittura, alla sua preparazione e ad una profonda cultura. Tra i suoi ultimi lavori la mostra diffusa Fantasmi del Novecento (curata con Maria Fratelli e Mariella Brenna) che nel 2019 ha coinvolto numerose realtà culturali milanesi, tra cui il CASVA e la Casa Museo Boschi di Stefano. Tra le sue numerosissime pubblicazioni ci limitiamo a ricordare: Il naturale perduto; Friedrich Engels e il materialismo dialettico; Leggere i materiali; Il mondo degli oggetti; Geografie dell’abitare; I mondi che siamo. Nel tempo delle ritornanze e infine Cantare il tempo e l’essere e le più recenti La matta di casa e Scintille d’umanità.
– Amalia Del Ponte
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