LETTERA_E, la nuova galleria di Roma
La visita imprevista a una nuova galleria di periferia, una mostra per festeggiare un compleanno-anniversario, un’occasione per riprendere fiducia nella vita che prosegue. Succede a Roma, nella nuova galleria LETTERA_E.
Via Muzio Attendolo è una piccola strada della grande periferia romana: s’apre dall’arteria prenestina, all’altezza di un parco che tutti in zona conoscono come “la ex snia”, per perdersi tra i caseggiati senza pretese del quartiere. Lungo la via ci sono un carrozziere, un forno, un laboratorio di cartotecnica, una sala prove musicali, un negozio per tifosi della Lazio, un collettivo di artigiani. E dal 4 marzo anche una galleria d’arte, LETTERA_E. Me ne sono accorto perché, passandoci in motorino per tornare a casa dal lavoro, davanti a una vetrina illuminata, raccolte sul marciapiede, ho trovato tante persone.
Tante: cosa significa? Nel tempo che viviamo richiede avvertenze e diventa ormai sorprendente anche ritrovarsi con un paio di amici. Qui erano decine di persone. Allegre, prese a conversare. Mi sono fermato, ho fatto una breve fila per accedere alla piccola sala dietro la vetrina, sono entrato.
LA MOSTRA IN RICORDO DI VINCENZO MAZZARELLA
Opere di diciotto artisti sono state riunite per festeggiare il compleanno di un loro amico, sostenitore, collega, intellettuale, scomparso da poco. Sulle pareti ci sono quadri e disegni, a terra una scultura in ceramica, in una rientranza sul fondo della stanza una vecchia fotografia in bianco e nero di un ragazzo che cammina sul lungotevere con una valigia: Enzo.
Vincenzo Mazzarella (Deliceto, 1957 ‒ Roma, 2018) è stato un punto di riferimento importante per la scena culturale romana degli ultimi decenni, che ha animato con due spazi – la Galleria dei Serpenti prima, poi la Galleria Monserrato –, dove tante vie e ricerche di artisti noti e meno noti si sono incontrate. Molti di loro si sono ritrovati in questo angolo nascosto della città per appendere ritratti e omaggi a un uomo creativo e generoso, leggere insieme un suo testo inedito pubblicato per l’occasione in forma di libretto, alzare un bicchiere alla salute del nuovo spazio espositivo (uno spazio, mi dice il suo titolare, che doveva già aprire un anno fa, giusto prima della chiusura in cui ci siamo tutti trovati, e ora basta, non si poteva più attendere, si deve pure tornare a vivere).
RIPARTIRE DA UNA GALLERIA
Ho trovato l’occasione confortante, commovente. Festeggiare il compleanno di qualcuno che non c’è più celebrando l’arte e l’amicizia, aprendo una porta a passanti sconosciuti, brindando, conversando: cosa volere di più mentre la sera diventa notte, quando fino a prima d’imboccare la strada i pensieri cercavano solo di liberarsi del rumore quotidiano di un mondo assestatosi troppo facilmente nella paura e la rassegnazione? Nel tunnel in cui stiamo trascorrendo il nostro inverno, ci voleva una galleria per intravedere la primavera che abbiamo dentro.
‒ Luca Arnaudo
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