Jessica Stockholder curatrice d’eccezione alle OGR di Torino
Una mostra dal chiaro sapore phygital è allestita presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino e conta sulla curatela dell’artista americana Jessica Stockholder. In attesa della riapertura non appena le restrizioni per contenere la pandemia si allenteranno.
Dall’11 febbraio, salvo limitazioni connesse alle zone rosse, è visitabile gratuitamente presso il Binario 1 delle OGR – spazio ex industriale delle Officine Grandi Riparazioni dedicato alle esposizioni di arte contemporanea e non solo – la mostra collettiva Cut a rug a round square, curata dall’artista Jessica Stockholder (Seattle, 1959), che grazie all’allestimento e alla selezione ha generato un fitto dialogo tra Torino (Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, le cui opere sono in comodato permanente presso i musei torinesi di GAM ‒ dove l’artista era stata protagonista di una personale nel 2005 – e Castello di Rivoli, Museo d’arte contemporanea), Barcellona (Fondazione “la Caixa”) e Chicago (città in cui l’artista vive).
STOCKHOLDER ARTISTA E CURATRICE
Stockholder, le cui installazioni e sculture sono presenti in importanti collezioni come quella del Whitney Museum of Art di New York, dell’Art Institute of Chicago, del British Museum di Londra e dello Stedelijk Museu di Amsterdam, veste i panni della curatrice d’eccezione concedendo allo spazio espositivo un approccio dal respiro internazionale e coinvolgente: per tutto il periodo della mostra saranno proposti infatti contenuti extra, fruibili dal pubblico anche da remoto, per integrare l’esperienza in prospettiva phygital. Altresì il resto dei servizi delle OGR è dedicato all’approfondimento del contesto della mostra: il concept bookshop Transliteral Shop, per l’occasione, propone ai visitatori un ampio ventaglio di volumi e pubblicazioni correlate, come cataloghi dedicati all’artista e titoli di saggistica collaterale (tra cui Chromaphilia, The Story of Colour in Art di Stella Paul e Fare una mostra di Hans Ulrich Obrist). Ad accompagnare i visitatori in tutti gli spazi è disponibile infine un’originale playlist musicale da ascoltare attraverso il canale Spotify delle OGR.
IL RUOLO DELLE OGR
Una maniera di appassionare il visitatore accompagnandolo in un percorso eclettico, sintesi della comunicazione dell’arte e della tradizione legata all’affascinante spazio, come spiega Fulvio Gianaria, presidente delle OGR e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT: “Dalla fucina delle OGR sono nati prodotti digitali inediti che hanno trovato la loro visibilità nell’ambito del progetto OGR Open Sessions. Grazie a questi progetti abbiamo dialogato con il pubblico, indagato e approfondito online i diversi ambiti che abitano quotidianamente le OGR: arte, musica, divulgazione, innovazione tecnologica, food. Ma la forza delle OGR, lo diciamo da sempre, sono le OGR stesse ed è tempo di ricominciare a vivere l’atmosfera unica e suggestiva che si respira in questi spazi”.
GLI ARTISTI IN MOSTRA A TORINO
Tornando alla mostra, gli artisti sono accomunati tra loro dallo studio delle geometrie; un macro-tema assecondato dall’allestimento, attorno al quale orbitano vorticosamente, a volte interrompendosi in traiettorie angolose – lasciando intuire il protagonismo delle forme del cerchio e del quadrato – le opere di capisaldi dell’arte contemporanea storicizzata, da Vito Acconci ad Aurelio Amendola, da Monica Bonvicini a Lawrence Weiner, da Edward Ruscha a Diego Perrone. Le strutture rettilinee e le forme circolari delineano una consonanza che rende insomma l’allestimento stesso una grande installazione artistica contenente la storia della pittura e della scultura: una riflessione su figure elementari che al contempo si dimostrano ricercate chiavi di lettura sia delle leggi universali della creazione sia delle caratteristiche recondite dell’essere umano e dei suoi prodotti culturali (esiti sottesi che sembrano alludere agli studi sui tipi psicologici associati alle configurazioni geometriche, come quelli della teorica della terapia della pittura Ingrid Riedel). Un cammino che ridisegna i confini tra curatela e invenzione artistica; tra spazio espositivo e opera; tra mente e sguardo.
‒ Federica Maria Giallombardo
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