Due mostre di Paolo Gioli in Puglia e una in Cina. Continua la riflessione sul lavoro dell’artista
Il Museo Castromediano e Cineclub Canudo ospitano a Lecce e Bisceglie una doppia antologica sul maestro della sperimentazione sulle immagini.
Si è molto parlato di Paolo Gioli negli ultimi cinque anni di un’Italia che è cambiata molto ma che non ha tralasciato di appassionarsi al lavoro di questo artista discreto e solido, nato nel 1942 a Sarzano di Rovigo, oggi tra i volti più importanti della sperimentazione sulle immagini, siano esse fotografiche o filmiche. Il suo percorso, cominciato negli anni ’60, riemerge in tutta la sua complessità a partire dal 2016 in una mostra dedicatagli dallo spazio Peep-Hole a Milano, allora diretto dai fondatori Vincenzo De Bellis, Bruna Roccasalva e Anna Daneri. Sono seguite nel tempo numerose esposizioni, ricordiamo una personale all’American Academy in Rome, e di omaggi al maestro.
LE DUE MOSTRE IN PUGLIA
Ultima, ma solo in ordine di tempo, l’accoppiata di personali, sotto l’unico titolo Antologica/Analogica, a rievocare il fare dell’artista, nate in seno al bando Italian Council e proposte da Cineclub Canudo a Palazzo Tupputi a Bisceglie e al Museo Castromediano di Lecce a partire dal 5 marzo 2020. A cura di Bruno di Marino il progetto volerà poi in Cina il prossimo giugno 2021. In una Puglia ancora gialla dunque, i visitatori potranno scoprire il lavoro di Gioli: a Lecce ad esempio le sue polaroid e i suoi film accompagnati dal sottotitolo Natura Corpo Volto Medium (quattro parole quanti i temi affrontati in mostra); a Bisceglie le tele serigrafate nella sezione Schermi-Schermi. Il colpo di fulmine tra Gioli e gli organizzatori non è però così recente: “Quando abbiamo iniziato con Avvistamenti”, spiega Antonio Musci di Cineclub Canudo, che promuove il non festival di cinema, “quasi 20 anni fa, abbiamo subito pensato a Gioli per una personale, ma non volevamo affrontare con leggerezza questo impegno, perché Gioli è un artista estremamente complesso, per cui abbiamo preferito attendere il momento giusto per poter dedicare al suo lavoro tutta l’attenzione che merita. Abbiamo curato personalmente e in maniera maniacale ogni aspetto e ogni singolo dettaglio di questo progetto, fino all’esperienza “mistica” dell’allestimento all’interno del museo Castromediano, che si è protratto ben oltre gli orari canonici, fino a convivere giorno e notte, in una sorta di epifania gioliana, con le opere dell’artista meno incline a rivelare la propria persona, se non attraverso la propria arte”.
IL CINEMA DI GIOLI
Una rassegna esaustiva dei film dell’artista si disloca attraverso entrambe le sedi, mettendo in luce tutte le qualità e le tecniche utilizzate dall’artista nel rapporto con questo mezzo: animazione, found-footage, riprese stenopeiche, rielaborazioni da fotografie, stop-motion, uso di mascherini e così via. “Non è un nostro progetto”, spiega Luigi De Luca, direttore del Museo Castromediano”, ma è un progetto che abbiamo fatto nostro perché ci consente di fare avanzare la ricerca sul rapporto tra il museo archeologico e l’arte contemporanea che è alla base del nuovo corso del Castromediano. In questa dinamica tra antico e contemporaneo si inserisce uno dei temi dell’esperienza artistica di Gioli, quello del rapporto tra analogico e digitale. Dell’arte di Gioli condividiamo lo scetticismo verso le tecnologie digitali e l’opzione per un artigianato dei media. La vera innovazione di cui i musei hanno bisogno è quella culturale e sociale per riscrivere il loro rapporto con il potere della politica, della burocrazia, della finanza, dell’industria culturale. Di questo in fondo ci parla la mostra di Gioli nel contesto archeologico del Castromediano a cominciare dalla biografia dell’artista”.
– Santa Nastro
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