Pino Boresta quando dipingeva sui tovaglioli a Londra negli anni ‘80. Le foto

Roma dedica all’artista “outsider tra gli outsider” una mostra lunga 6 mesi divisa in 6 episodi clou della sua carriera, a cura di Raffaele Gavarro. Nel primo, va in scena la sua esperienza da cameriere a Londra

Pino Boresta (Roma, 1962) è da sempre una figura impossibile da ignorare nel mondo dell’arte. A causa del suo profilo irregolare e irriverente, “dell’outsider tra gli outsider”, come lui stesso ironicamente si autodefinisce, non è mai entrato nell’ambiente artistico che conta, non compare nelle mostre internazionali e le sue opere non saturano il mercato. Ma l’artista romano è un personaggio poliedrico e anticipatore, pioniere di quella che oggi definiremmo street art, con le “smorfie adesive” di Boresta, che caratterizzano il paesaggio urbano da oltre 25 anni, e con le sue azioni ispirate dalle performance situazioniste. Ora tutto questo è raccontato nell’ambizioso progetto espositivo Il Boresta che non ti aspetti: sei episodi che ripercorreranno fino al 30 novembre 2021 presso lo spazio Micro Arti Visive di Roma la sua complessa e variegata vicenda artistica.

IL CICLO DI MOSTRE SU BORESTA

Si tratta della mostra di un artista della durata di sei mesi, divisa in sei episodi”, spiega ad Artribune il curatore del ciclo di mostre, Raffaele Gavarro. “C’è già della follia in questo, ma se poi l’artista in oggetto è Pino Boresta, allora il grado di follia aumenta sensibilmente. Ma il fatto è che sono stato da sempre attratto dall’irregolarità di Pino, dalla sua marginalità, dal disagio che creava intorno a lui e non solo nell’ambiente romano. Ho sempre pensato che meritasse una maggiore attenzione e anche un racconto e una verifica teorico-critica che dessero più chiarezza alle ragioni del suo fare”.

L’ESPOSIZIONE CON I TOVAGLIOLI

Il primo episodio, in corso fino al 31 marzo, porta il titolo Boresta a servizio, con l’esposizione dei tovaglioli dipinti nella capitale britannica nel 1988. Alla fine degli Anni Ottanta, Boresta viveva infatti a Londra, lavorava in un ristorante e iniziava ad avvicinarsi da autodidatta alla pittura. Come supporto utilizzava dei tovaglioli che sottraeva ai ristoranti dove prestava servizio. I tovaglioli-quadri presero nel tempo il titolo di Fronte retro, in forza del fatto che quelle tele oggettuali erano dipinte su un lato, mentre sull’altro trattenevano tracce biologiche di vario tipo dello stesso Boresta. Ecco le immagini…

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Redazione

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