Blackout Book #2. La mostra di NABA su Artribune
Seconda tappa di “Blackout Book”, la mostra in quattro parti che NABA ha progettato in collaborazione con Artribune. Anche questa volta gli artisti presentati sono dodici, selezionati però dalla coppia cinese composta da Carol Yinghua Lu e Liu Ding. I testi, come sempre, sono affidati al CSD – Critical Studies Department, spazio sperimentale di ricerca ideato dagli studenti.
Carol Yinghua Lu, curatrice e direttrice di Beijing Inside-out Art Museum, insieme all’artista e curatore Liu Ding collaborano a un progetto di ricerca che si concentra sulle narrative storiche e sulle strutture ideologiche dell’arte contemporanea cinese. Le loro pratiche sono volte a decostruire eventi e movimenti sociali, creando connessioni creative e contro-narrative potenziali per risemantizzare la relazione tra passato e presente al fine di far emergere quei “little movements” che rigettano il sistema e le gerarchie prestabilite.
Quanto al CSD – Critical Studies Department, si tratta di un dipartimento fittizio, uno spazio sperimentale di ricerca ideato dagli studenti del Biennio Specialistico in Arti visive e Studi Curatoriali durante il primo lockdown. Si tratta di un esperimento nato dalla voglia di collaborare e trasformare la realtà, creando nuove possibili alternative.
NOEMI SCARPA
Partendo da elementi d’archivio di molteplice provenienza, la ricerca artistica di Noemi Scarpa indaga l’intricato sovrapporsi di sentieri immaginifici ormai perduti nell’oblio della memoria, raccogliendo le giacenze dei ricordi “asportati” da un previssuto radicalmente intimo. Abbracciando nella dimensione sonora e performativa l’appartenenza a una territorialità ancestrale, evoca le reminiscenze sommerse che esigono di essere rivendicate: immagini nomadi che confluiscono incessantemente nella propria identità sorgiva.
– Elena Marcon
Noemi Scarpa è nata a Monza nel 1998. Attualmente è iscritta al primo anno del Biennio Specialistico in Arti visive e Studi Curatoriali presso il campus NABA di Milano.
VIKTORIA KURNICKI
Viktoria Kurnicki è un’artista tedesca di base a Milano. Essere figlia di immigrati polacchi in Germania ha prodotto in lei un dissidio tra appartenenza e alienazione, ravvisabile in tutti i suoi lavori. Trae ispirazione dal proprio vissuto, mantenendo una costante tensione tra dicotomie: significante e significato, contenuto e forma, astrazione e concretezza. L’uso prevalente di materiali dai toni freddi favorisce il distacco dalle proprie emozioni, cercando di trovare un modo alternativo per guardarsi dall’esterno.
– Federico Bianchini
Viktoria Kurnicki è nata a Bochum nel 1993. Attualmente è iscritta al secondo anno del Biennio Specialistico in Arti visive e Studi Curatoriali presso il campus NABA di Milano.
ALESSANDRO DI LORENZO
Un atteggiamento antroposofico conduce Alessandro Di Lorenzo nell’analisi di diverse cosmogonie alla ricerca della propria “mitologia individuale”, consapevole di quello sguardo definito “sacro” perché trova una corrispondenza tra l’uomo e le cose del mondo, così da rendere l’opera una realtà visitabile agli occhi dello spettatore. Durante la performance Punching bag l’artista decide di sfogare una necessità: mostrare i segni della violenza.
La struttura del sacco da box in alluminio saldato fa sì che ogni suo pugno rimanga impresso su di esso manifestando quella aggressività del gesto che di solito non lascia traccia.
– Elisabetta Pagella
Alessandro Di Lorenzo è nato a Matera nel 1997. Ha concluso il Triennio in Pittura e Arti Visive presso il campus NABA di Milano.
KATIA MOSCONI
La chiusura imposta dal periodo storico in cui viviamo ha portato Katia Mosconi a ricercare uno sguardo differente verso il suo paese d’origine: Colle di Val d’Elsa. L’artista crea una vera e propria esperienza urbana opponendosi a una visione incurante, si sposta da uno sguardo ordinario per cogliere nuovi panorami. All’interno dei suoi lavori emerge un rituale temporaneo: durante le settimane di isolamento annota su fogli protocollo gli stimoli sensoriali percepibili dalla scrivania, opponendosi alla staticità fisica imposta.
– Francesca Grossi
Katia Mosconi è nata a Poggibonsi nel 1998. Attualmente è iscritta al primo anno del Biennio Specialistico in Arti visive e Studi Curatoriali presso il campus NABA di Milano.
CARLA GIACCIO DARIAS
Carla Giaccio Darias analizza le profondità delle relazioni tra corpi attraverso processi aperti e inaspettati che hanno come esito condizioni ambivalenti: fusioni e vuoti ancestrali, silenzi di luce e ombre, cavità abissali e superfici levigate che parlano lingue mute. Lo sguardo dell’artista si posa sugli oggetti che incontra nel quotidiano e li astrae dal loro contesto, per trasformarne le sembianze e le valenze simboliche in un processo immersivo volto alla ricerca di un’indipendenza formale.
– Paola Pietronave
Carla Giaccio Darias è nata a Roma nel 1998. Attualmente sta concludendo il Triennio in Pittura e Arti visive presso il campus NABA di Milano.
ARIANNA MARIA LEVA
Arianna Maria Leva lavora principalmente con pittura e installazione recuperando materiali di scarto dalla tipografia di famiglia a cui donare nuova vita. L’attenzione per i materiali, tra cui alluminio, acetato e iuta, è il punto di partenza per i suoi lavori che assumono significati volutamente indefiniti. Accogliendo la molteplicità d’interpretazioni di ciascuno spettatore, l’artista ci invita a riflettere sulla relatività con cui ogni individuo esperisce la realtà circostante.
– Martina Nardi
Arianna Maria Leva è nata a Milano nel 2000. Attualmente è iscritta al secondo anno del Triennio in Pittura e Arti Visive presso il campus NABA di Milano.
WLADYSLAW BARION
La ricerca di Wladyslaw Barion si può riassumere con la mappatura della vivisezione delle sue opere. Tale processo viene tradotto nella ripetizione differenziata di maquette, ottenuta grazie all’utilizzo di materiali e medium diversi – principalmente scultura, ma anche disegno. La riproduzione del modello e la sua successiva liberazione sottolineano come l’arte stessa sia un tentativo di coesistenza con il web, “Wunderkammer trascendentale” di feticci e segnaposti artificiali in continua crescita.
– Silvia Rossetti
Wladyslaw Barion è nato ad Anversa nel 1995. Attualmente è iscritto al primo anno del Biennio Specialistico in Arti visive e Studi Curatoriali presso il campus NABA di Milano.
CECILIA DI BONAVENTURA
Centrale, nella ricerca di Cecilia Di Bonaventura, è il rapporto umano con il mare e l’ambiente, elementi archetipici che descrivono l’alleanza tra corpo e territorio ma anche l’esplorazione del ruolo stesso del mare nella storia di schiavitù, migrazione e conflitto.
La linea difensiva si trasforma: bunker, casematte e “denti di drago” costituiscono la difesa costiera italiana durante le due Guerre Mondiali, riappropriazioni fotografiche provenienti dall’archivio bellico di Carlo Alfredo Clerici. Dispositivi di sopravvivenza che si materializzano insieme ai corpi degli operai del cantiere navale, un diritto di affermazione e di insediamento al centro del campo politico.
– Giulia Tortora
Cecilia di Bonaventura è nata a Fermo nel 1996. Attualmente sta concludendo il Biennio Specialistico in Arti visive e Studi Curatoriali presso il campus NABA di Milano.
LORENZO SILVESTRI
Il 13 luglio 1977 saltava l’intero sistema di illuminazione della città di New York. I residenti dei quartieri più poveri si riversavano nelle strade della città: Ici on dance (titolo di un singolo degli Area contenuto nell’album 1978 gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!, l’ultimo album del gruppo con il cantante Demetrio Stratos). Rumorose, caotiche, scomode, le opere di Lorenzo Silvestri comunicano la stessa autentica libertà, il rifiuto di stare composti a tavola. Una poetica che nasce tra i palazzi di cartone di Roma, e racconta l’intimità di una cena di famiglia immaginata, con dei “piatti parlanti”, la genuinità di una madre che, bella, balla in salotto.
– Alessia Baranello
Lorenzo Silvestri è nato a Roma nel 1999. Attualmente è iscritto al secondo anno del Triennio in Pittura e Arti visive presso il campus NABA di Roma.
MATILDE BICA
Il soggetto della ricerca artistica di Matilde Bica è quel “morto ridotto a un muto automa” di cui parla Nanni Balestrini. Attraverso lo studio dei dispositivi di controllo odierni, l’artista riflette sulla svalutazione dell’unicità dell’individuo e dell’opera d’arte. È in corso un blackout delle soggettività, che scaturisce dalla ripetizione mortifera, dalla riproducibilità ossessiva e dalla sorveglianza persistente. La corporeità è annullata, a favore di surrogati digitali, docili e macchinali.
– Maria Carla Forina
Matilde Bica è nata a Palermo nel 1999. Attualmente è iscritta al terzo anno del Triennio in Pittura e Arti visive presso il campus NABA di Milano.
CHIARA ANTONELLI
Chiara Antonelli definisce la sua pratica artistica come un percorso introspettivo in cerca di una “cura” al delirio interiore a cui dare ordine. Questo può avvenire incasellando la scrittura nella rigida griglia appositamente tracciata su un foglio o attraverso il conforto di una garza che avvolge e protegge la propria mente. La sua arte si configura allora come un processo catartico, uno specchio che riflette allo stesso tempo le inquietudini dell’artista e dello spettatore.
– Martina Nardi
Chiara Antonelli è nata a Foligno nel 2000. Attualmente è iscritta al secondo anno del Triennio in Pittura e Arti visive presso il campus NABA di Milano.
ANNA LAURA PIANA
L’archetipo si interfaccia con il tecnico, la spontaneità con la riproducibilità, la realtà corporea con la rappresentazione: i lavori di Anna Laura Piana indagano la reiterazione esasperata e le distorsioni da essa scaturite. Il modello è ben riconoscibile, ma accorrono interferenze di diverso tipo ad accumularsi, sedimentarsi, mimetizzarsi. C’è uno sfasamento culturale, psicologico ed emotivo che mette dialetticamente in dialogo l’unico e il molteplice, suggerendoci che l’origine è conoscibile solo in maniera virtuale. In Oyasumi (buonanotte), singole visioni oniriche cercano di imporsi sulle altre. Ma è proprio nella sovrapposizione di più virtualità che si disvela il cuore dell’esperienza: un palpito atavico, febbrile, di origine traumatica.
– Stefano Cavaliero
Anna Laura Piana è nata a Treviglio nel 1999. Attualmente è iscritta al terzo anno del Triennio in Pittura e Arti visive presso il campus NABA di Milano.
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