Nasce a Bologna Museo Spazio Pubblico. Nuovo luogo tra arte, tecnologia e architettura

Nato da un’idea della studiosa, imprenditrice sociale e attivista Luisa Bravo, il nuovo museo nasce come luogo in cui riflettere sullo spazio pubblico - nelle sue accezioni urbanistica, culturale, sociale e politica – attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea. Si inaugura con un intervento dell’artista Flavio Favelli

“Lo spazio pubblico non è semplicemente un luogo fisico, da progettare o trasformare, è soprattutto un concetto teorico, che afferisce alla dimensione umana degli individui e alle modalità di relazione nei contesti urbani, quindi spazio pubblico significa pluralità, coesione, identità, diritti civili, democrazia e molto altro. Lo spazio pubblico è anche potere, controllo, e quindi attiene anche alla sfera politica. Una buona politica, progressista e visionaria, sa quanto è importante garantire la qualità e l’accessibilità dello spazio pubblico”. Con queste parole la studiosa, imprenditrice sociale e attivista Luisa Bravo ci spiega cosa è lo spazio pubblico e soprattutto la sua importanza, non solo dal punto di vista urbanistico ma anche sociale e politico. Un luogo fisico e anche concettuale la cui ri-definizione, in questo momento storico come non mai, appare come un atto culturale e civico necessario e che da oggi, a Bologna, avrà uno spazio dedicato per studiarne dinamiche e sviluppi: il Museo Spazio Pubblico.

Museo Spazio Pubblico, Bologna. Foto Elettra Giulia Bastoni

Museo Spazio Pubblico, Bologna. Foto Elettra Giulia Bastoni

VISIONE E MISSIONE DEL MUSEO SPAZIO PUBBLICO A BOLOGNA 

Nato da Nato da un’idea di Luisa Bravo, Museo Spazio Pubblico è un progetto di City Space Architecture, associazione culturale senza scopo di lucro, e di Genius Saeculi, impresa operante nel campo delle digital humanities. Il museo sorge negli spazi che un tempo ospitavano un supermercato, in via Curiel in zona Stadio, “in un contesto di periferia, nel quartiere Porto-Saragozza a Bologna, cioè dove è più importante sviluppare azioni concrete”, spiega ad Artribune Bravo, “e non solo buone intenzioni, che promuovano il valore e il significato dello spazio pubblico, perché c’è ancora molto da fare, soprattutto dal punto di vista istituzionale, cioè da parte di chi è preposto a gestire lo spazio pubblico, superando la logica, ormai non più efficace, dei laboratori partecipati che in molti casi non producono risultati e soprattutto non si traducono in interventi a forte impatto sociale e territoriale”.

MUSEO SPAZIO PUBBLICO. TRA RICERCA E SPERIMENTAZIONE 

A partire da queste considerazioni, il Museo Spazio Pubblico promuoverà attività di ricerca, programmi di residenze, conferenze, mostre, workshop, dialoghi multiculturali, performance artistiche, diventando così laboratorio di innovazione scientifica per l’ideazione di progetti che sperimentano il dialogo tra tecnologia, arte e architettura. “Il Museo Spazio Pubblico ospiterà progettualità sullo spazio pubblico, in una dimensione transdisciplinare, con il coinvolgimento di artisti e curatori, ma anche di studiosi, professionisti e attivisti”, continua Bravo. “È il risultato di più di 15 anni di lavoro, in ambito accademico e internazionale, e di una mia attività di ricerca attenta ai temi della convivenza civica e dell’inclusione sociale. Ha l’ambizione di diventare un luogo di conoscenza, un museo appunto, dinamico, aperto alle contaminazioni e capace di parlare linguaggi diversi. Avrà al suo interno una piccola biblioteca privata con pubblicazioni da tutto il mondo sullo spazio pubblico, a carattere interdisciplinare, accessibile solo per consultazione”.

Flavio Favellli, Raffaello 500, 2020, acrilici su muro, cm 362 x 925. Museo Spazio Pubblico, via Curiel 13/d, Bologna. Foto Marco Pintacorona

Flavio Favellli, Raffaello 500, 2020, acrilici su muro, cm 362 x 925. Museo Spazio Pubblico, via Curiel 13/d, Bologna. Foto Marco Pintacorona

FLAVIO FAVELLI PER MUSEO SPAZIO PUBBLICO 

Museo Spazio Pubblico inaugura le proprie attività con un intervento di Flavio Favelli (Firenze, 1967), che per il nuovo spazio ha realizzato Raffaello 500, opera site-specific che consiste in un grande dipinto a tempera su soffitto che riproduce, a mano libera, la banconota da 500.000 lire dedicata a Raffaello Sanzio. “Considerata dai numismatici un vero capolavoro, sia dal punto di vista artistico che da quello della sicurezza contro le contraffazioni, le 500mila lire è la banconota meno conosciuta e con la più bassa circolazione della storia della Repubblica, l’ultimo taglio prima dell’avvento dell’euro”, spiega in un suo scritto l’artista. “La banconota italiana col più alto valore, le 500mila lire, è quindi rappresentata da Raffaello Sanzio, generalmente identificato come l’artista più spirituale. Il denaro, con la sua realtà concreta, inconscia, simbolica e psichica, è, oltre che lo sterco del demonio, l’angelo custode del genere umano, proprio come quello che appare nell’opera. Non è la prima volta che propongo una pittura su muro di banconote, ma in ambito pubblico ho spesso avuto contrasti e censure: l’ambiguità del denaro, il fare buoni affari, come sentenziava Andy Warhol, è tanto raccomandato e desiderato, quanto, se rappresentato, evitato come ambiguo e denso di ombre. Ma è proprio questo il terreno dell’artista, che tenta di dare, anche se contrastato e censurato dagli stessi adoratori del denaro, un differente punto di vista”. 

– Desirée Maida 

Bologna // dal 14 maggio 2021
Museo Spazio Pubblico
Via Curiel 13/d
Facebook: @museospaziopubblico

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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