L’artista Gianni Politi colora interamente di rosa un ristorante di Piazza Navona
La grande installazione coinvolge non solo le pareti ma anche pavimenti, soffitti, boiserie, quadri e lampadari! L'artista romano ha lavorato con chef e proprietari di Camillo, nuovo progetto gastronomico che ha riportato i romani a sedersi dove fino al 2020 mangiavano esclusivamente i turisti
IL CAFFÈ BAROCCO DIVENTA CAMILLO, OGGI RISTORANTE ROSA
CAMILLO RISTORANTE ROSA: IL PASSAGGIO GENERAZIONALE
GIANNI POLITI RACCONTA IL RISTORANTE ROSA DI PIAZZA NAVONA
Tra i tanti clienti, ai tavoli sono rapidamente arrivati anche creativi, registi, attori e artisti. Gianni Politi (Roma, 1986) è, dai primi giorni, uno di questi. “Lo vorrei bruciare tutto e poi accogliere i commensali in uno spazio carbonizzato. Oppure te lo dipingerei completamente di rosa“, disse un giorno ai fratelli De Sanctis guardando il vetusto decor degli spazi interni del locale che fino ad oggi ha sempre lavorato sfruttando esclusivamente gli irresistibili tavolini all’aperto affacciati sui monumenti più famosi di Roma. In breve tempo la provocazione è diventata concreta e il progetto dell’artista ha preso corpo per davvero. Oggi, in attesa dell’inaugurazione ufficiale, gli interni di Camillo ci sono già una gigantesca installazione di Gianni Politi: pareti rosa, soffitti rosa, pavimento, boiserie, lampadari, lampadine, quadri. Tutto rosa. Come a cristallizzare il passato, però trasformandolo. E il colore, all’imbrunire, grazie ad un sapiente sistema illuminotecnico, esce dalle sale e si riverbera nel dehors a dialogare con le suggestive tonalità dei crepuscoli del centro storico di Roma e con la pelle barocca dei palazzi circostanti. Rapporti col cibo, con la storia dell’arte, con la maternità, con l’architettura, riflessioni sul dopo-epidemia. Tutto questo e molto altro nella lunga intervista a Gianni Politi che pubblichiamo qui sopra. “Ma non ci dimentichiamo”, ci dice Tommaso De Sanctis salutandoci, “che il vero eroe qui è papà che ad un certo punto ha capito che volevamo ricoprire di rosa tutto il ristorante di famiglia e s’è entusiasmato più di noi!“. Perché alla fine, Camillo, è la storia o quanto meno l’ipotesi di cosa potrebbe essere Roma se solo si svegliasse, se solo comprendesse la potenza e l’energia impareggiabile inespressa che sta nella sinergia tra antico, contemporaneo, artigianato, luce, paesaggio, architettura. Si tratta solo di passare dalla potenza all’atto, fosse anche necessario dipingere tutto di rosa lasciando percepibili i contorni ma modificando radicalmente il sapore.
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