Toccante. Ornaghi e Prestinari alla Galleria Continua di Roma
Si intitola “Toccante” la mostra asciutta e minimale, fatta di sottrazioni, che il duo Ornaghi e Prestinari presentano nella sede capitolina della Galleria Continua.
“Avevamo bisogno di silenzio“, confida Valerio Ornaghi. Toccante si avvale, nonostante le aspettative, di un ritmo differente: rifiorisce sul levare, invece di esaudirsi in un sovraccarico di immagini. Vuole sondare e stuzzicare la mente, andare a premere visceralmente, senza compiacere l’estetica dell’eccesso superficiale.
ORNAGHI E PRESTINARI: UNA MOSTRA IN LEVARE
Il desiderio era “togliere tutto ciò che non fosse necessario“. Se Vuoti richiama l’opera Salvia (2017), nella quale quattro vasi si stagliano su un fondale verde menta, in questo caso l’oggetto è assente: rimangono solo le sagome – ricavate in negativo – sul lino grezzo (da notare la grana e la qualità tattile) affinché la leggerezza e l’impalpabilità possano assumere il loro peso.
A pochi passi, in Appendimarmi, due scarti di marmo diventano foglie sottili, sospese, come due cappotti abbandonati sullo stesso piolo che, impregnandosi, con-fondono il loro odore. Lo sguardo arriva a soppesare le opere, a denudarle, scoprendone l’anima.
Uno scatto prende il nome di un locale a pergola, Sentimento: la nebbia all’orizzonte copre la superficie di un lago, un lugubre torpore avvolge le montagne e l’umidità si insinua nelle ossa dei tavoli bianchi sovrapposti e protetti da teli di plastica. Tutto sembra subire una crioterapia, congelarsi e congedarsi, in attesa di tempi migliori, di effusioni, carezze e mobilità sociale.
RESILIENZA POST-PANDEMICA NELLA MOSTRA DI ROMA
Il titolo Toccante riprende il sapore di una riflessione di Jean-Luc Nancy – “un petalo di un fiore sulla mia mano non pesa quasi nulla, ma io sento questo quasi nulla” – suggerendo un contatto non solo fisico-sensoriale bensì emotivo. La tensione e la brama di vicinanza sono resi in Rintocco: due calici, il giorno e la notte, si toccano per una frazione di secondo, sonoramente, nello schiocco di labbra da bacio. Sempre lo stesso calice si muove, ogni 5 minuti, come la terra pende verso il suo sole, lo rin-corre per poi accomiatarsi.
Un’emozione stridente, racchiusa in una bolla, docilmente decantata sino all’augurio di Ritrovarsi, piatti in ceramica smaltata con i quali Ornaghi e Prestinari alludono all’aspetto conviviale della tavola, alla condivisione del cibo e alla bellezza dello stare insieme.
– Giorgia Basili
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