Le mostre da non perdere a Venezia durante la Biennale di Architettura 2021
Eccoci alla prima Biennale post Covid. Speriamo “post”! E riapre con un calendario fittissimo di mostre a Venezia. Tra architettura e arte contemporanea. Ecco una selezione
Si ritorna a girar per mostre: molti gli appuntamenti veneziani programmati in occasione della Biennale Architettura 2021. Alcuni rientrano tra gli eventi collaterali ufficiali e sono connessi con temi urbani e progettuali, ma non mancano mostre dedicate alla contaminazione tra linguaggi, alle sorti della pittura e alle relazioni tra arte e spazi abitati. Di seguito una carrellata per orientarsi tra le proposte. E non perdere nemmeno un appuntamento.
–Marilena Di Tursi
ELENA COLOGNI ALLA BEVILACQUA LA MASA, TRA VENEZIA E LONDRA
Elena Cologni. Pratiche di cura, o del cur(v)are, a cura di Gabi Scardi, è un’antologica dedicata all’artista bergamasca di stanza a Cambridge, ospitata dal 17 maggio al 4 luglio 2021 alla Fondazione Bevilacqua La Masa nella sede di Palazzetto Tito. La sua ricerca a vocazione installativa, indaga lo spazio della separazione, ossia quella zona di mezzo che segna distanze fisiche ed emotive. Su di esse l’artista opera con un intenso lavoro di ricucitura, letteralmente messo in pratica con ago e filo per costruire forme evocative di una circolarità inclusiva. Supporta l’analisi dello spazio pubblico e privato con indagini storiche sul patrimonio artistico del passato, evidenti nel riferimento a Barbara Hepworth, che nel 1950 prese parte al Padiglione Britannico della Biennale d’Arte, o nell’esame dei mestieri tradizionali destinati a scomparire. Alla mostra sono associati diversi eventi live. Tra questi, a Venezia, il 5 giugno, The Body of/at Work, esercizi esperienziali nell’ambito di comunità resilienti, Padiglione Italia, Biennale di Architettura 2021; dal 18 maggio a luglio si svolge The Body of/at Work esercizi esperienziali partecipati con sculture dialogiche nella città. A Londra il 24 giugno Care(less). On invisibility; il 25 giugno Care(less). On forgetting; 26 giugno Care(less). On discarding nell’ambito del London Festival of Architecture.
www.facebook.com/thebodyofatwork/
www.comune.venezia.it/content/fondazionebevilacqua-la-masa
GHIRRI, ZANZOTTO, CACCAVALE ALLA QUERINI STAMPALIA
Dal 14 Maggio al 17 Ottobre 2021, la Fondazione Querini Stampalia presenta Un’evidenza fantascientifica. Luigi Ghirri, Andrea Zanzotto, Giuseppe Caccavale, terza tappa del progetto legato al Fondo Luigi Ghirri che unisce fotografia, pittura e poesia. Dopo le mostre del 2015, Paesaggi d’aria. Luigi Ghirri e Yona Friedman, e del 2017, Le pietre del cielo. Luigi Ghirri e Paolo Icaro, in cui le opere del fotografo emiliano hanno dialogato rispettivamente con i linguaggi dell’architettura e della scultura, in questo rinnovato appuntamento viene proposto un confronto a tre. Caccavale è l’autore del “Murale di carta’, acquerello da parete posizionato nel Portego antico della Biblioteca della Querini Stampalia, dove figure e parole sostanziano un’unione semantica di forte impatto visivo. Al centro della sala il dialogo si fa serrato tra fotografie di Luigi Ghirri, disegni di Caccavale e scritti autografi e ceramiche di Andrea Zanzotto, poeta tra i più aperti ad uno sperimentalismo che ha tenuto insieme urgenze del presente e ermetismo. Curata da Chiara Bertola e Andrea Cortellessa, la mostra è promossa dalla Fondazione Querini Stampalia e dal Comune di Pieve di Soligo in collaborazione con la Famiglia Zanzotto (in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Zanzotto) e con la galleria Massimo Minini.
ESPACE LOUIS VUTTON: CONVERGING DESIGNS DI GEHRY E PERRIAND
Converging designs di Frank Gehry e Charlotte Perriand, tra gli eventi collaterali della Biennale Architettura 2021, presenta i lavori delle due archistar nell’Espace Louis Vuitton. La mostra, inserita nel programma “Hors-les-murs” della Fondation Louis Vuitton, focalizza le peculiarità creative dei due progettisti, sia in merito alle rispettive produzioni storiche, sia in rapporto alle soluzioni applicate ai sistemi abitativi, pensati per il presente. Sono esposti per la prima volta il “Tritrianon project” di Perriand (1937) e il “Power Pack project” di Gehry (1969), entrambi innovativi nell’affrontare nuove possibilità dello spazio costruito, declinate in utopiche visioni ma orientate, ante litteram, alla compatibilità ambientale, all’ efficienza energetica e alla mobilità sostenibile.
STOP PAINTING ALLA FONDAZIONE PRADA
Stop Painting, una mostra firmata dall’artista Peter Fischli, a Ca’ Corner della Regina, sede veneziana di Fondazione Prada, si interroga sulle sorti della pittura, tra sfide del passato e insidie tecnologiche. In che modo la rivoluzione digitale influenzerà la pittura, ci sarà una nuova crisi o assisteremo a un suo radicale cambiamento? Risponde a questo interrogativo Stop Painting, una mostra concepita dall’artista Peter Fischli, che apre il 22 maggio a Ca’ Corner della Regina, sede veneziana di Fondazione Prada. Mediante 110 opere firmate da più di 80 artisti, la mostra collocata nel primo piano nobile del palazzo, sviluppa un percorso espositivo in 10 sezioni raccontate dallo stesso Fischli. Esplorando la pittura degli ultimi 150 anni, in rapporto al mutare delle condizioni sociali e all’emergere di nuovi paradigmi, l’artista individua cinque “rotture radicali” che hanno determinato profonde trasformazioni del linguaggio pittorico: l’invenzione della fotografia, l’affermarsi del readymade e del collage, la messa in discussione dell’idea di autorialità, il dibattito sulla pittura come bene di consumo alla fine degli anni Sessanta, la crisi della critica nella società tardocapitalista, secondo le teorie di Luc Boltanski e Eve Chiapello. Fischli è anche autore della nuova opera site-specific, un modello in scala ridotta dell’intero progetto, “una scultura di una mostra di pittura”, secondo la sua definizione. La mostra “Stop Painting” è corredata dal catalogo, pubblicato dalla Fondazione Prada, con saggi di Diedrich Diederichsen, Eva Fabbris, Arthur Fink, Peter Fischli, Mark Godfrey, Boris Groys, John Kelsey, Sarah Lehrer-Graiwer e Hanna Magauer, e un’intervista al curatore della mostra di Mario Mainetti.
CATALONIA IN VENICE
Partendo dal tema centrale di questa edizione della Biennale Architettura 2021, “How will we live together?”, The Institut Ramon Llull presenta Catalonia In Venice – Air/Aria/Aire, un evento collaterale, curato dall’architetta Olga Subirós. Al centro dell’esposizione un’indagine sull’aria come bene comune da cui dipende la sopravvivenza del pianeta. In questa direzione anche il concetto di smart city va rimodulato alla luce dei nuovi data raccolti con l’applicazione di tecnologie digitali, strumenti fondamentali per sensibilizzare la collettività e per consentire agli architetti di progettare città più sostenibili e più eque. Uno studio di architetti, specializzato nell’analisi di dati urbani, presenta i risultati di un progetto per la creazione di nuove cartografie della città di Barcellona e della Catalogna, che inglobano architettura, urbanistica, dati atmosferici e sanitari. Le cartografie sono state create a 300.000 Km / s utilizzando una vasta gamma di informazioni, dai dati dell’Agenzia spaziale europea (ESA) ai modelli numerici stabiliti da vari gruppi di ricerca pubblici e privati in Catalogna. Un’installazione audiovisiva, con la partecipazione della cantante e compositrice Maria Arnal, potenzia l’itinerario espositivo.
www.llull.cat/monografics/air/catala/index.cfm
MACAO MUSEUM OF ART
Connectivities: Living beyond the boundaries – Macao and the Greater Bay Area, ospitata all’Arsenale Castello, organizzata da Macao Museum of Art, scandaglia una particolare area geografica in rapporto alla sua rete connettiva. Nella fattispecie la piccola città di Macao si offre a un’indagine che incorpora, urbanistica, architetture e stili di vita di una comunità provata dal suo inserimento nella Greater Bay Area di Guangdong-Hong Kong-Macao (GBA). La mostra consente di operare riflessioni condivise sulle pratiche sociali ancora sopravvissute alla forzata integrazione, sull’identità culturale in un futuro globalizzato e sulle politiche urbane che possano migliorarne le condizioni di vita.
MIGRAZIONI A FORTE MARGHERA
Il modello abitativo del popolo Hakka, residente per secoli nelle aree meridionali della Cina, è alla base della mostra Hakka Earthen Houses on variation-Co-operative Living, Art and Migration Architecture in China, ospitata a Forte Marghera. Organizzata da Galaxy Guofeng Art e curata da Wang Lin &Angelo Maggi, l’esposizione mette in relazione le tipologie architettoniche dell’antico popolo Hakka con la scena artistica cinese contemporanea. Il modello sociale intrinseco alle unità abitative, basato sul senso di comunità, è alla base della proposta espositiva affrontata dai curatori, uno storico dell’architettura e uno storico dell’arte. Attraverso il coinvolgimento della comunità, gli artisti selezionati (An Haifeng & Ying Tianqi, Fu Zhongwang, Gu Xiong, He Duoling & Shi Jindian, Jiao Xingtao, Li Chuan, Li Qiang, Li Xiangming, YeFang, Zhu Cheng), rileggono un patrimonio culturale raccogliendo fecondi spunti sul tema dell’abitare contemporaneo, ispirato ad un modello di co-autosufficienza.
MUTUALITIES, ALLO SPAZIO RAVA
Relazioni e attività in spazi comuni sono i temi di cui si occupa Mutualities, una mostra organizzata da Interdisciplinary Forum Neurourbanism e ambientata nello Spazio Rava. Curata da Sonja Berthold e Dietmar Leyk, presenta ambientazioni ibride in cui natura, persone e tecnologie digitali convivono in spazi comuni inesistenti ma che possono costituire dei modelli progettuali, secondo l’assunto che se lo spazio condiviso è più smart, le esperienze relazionali al loro interno migliorano.
www.neurourbanism.org
www.mutualities.org
BRUCE NAUMAN A PUNTA DELLA DOGANA
Punta della Dogana ospita, a partire dal 23 maggio, Bruce Nauman: Contrapposto Studies, una grande mostra dedicata all’artista americano Bruce Nauman (1941, Indiana, USA), a cura di Carlos Basualdo (The Keith L. and Katherine Sachs Senior Curator of Contemporary Art al Philadelphia Museum of Art) e Caroline Bourgeois, conservatrice presso la Pinault Collection. L’esposizione prende le mosse da uno dei primi video di Nauman, il celebre “Walk with Contrapposto” del 1968, in cui l’artista avanza all’interno di un corridoio ligneo, posizionato nel suo studio, nella posa del «contrappunto», vale a dire con una torsione della parte superiore del corpo, opposta a quella della zona inferiore, secondo la prescrizione serpentinata della statuaria classica e rinascimentale. Procedendo secondo tale schema plastico, Nauman si sottopone a sperimentazioni performative per inedite esplorazioni tra corpo e spazio. La mostra veneziana mette in campo una serie di rivisitazioni di questo storico lavoro (Contrapposto Studies – che include Contrapposto Studies I-VII, 2015/16, Contrapposto Studies i-vii” 2015/2016, Walks In Walks Out, 2015, Contrapposto Split, 2017, e Walking the Line, 2019), associandole ad altre opere in cui emergono i nodi concettuali della sua riflessione sull’ambiguità del linguaggio e sulla difficoltà di comunicazione, compresa quella fisica e gestuale. La complessa vicenda artistica di Nauman, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2009, è anche oggetto di un ciclo di conversazioni dal titolo Nauman Archive for the Future condotte dai curatori Carlos Basualdo e Caroline Bourgeois con esponenti del mondo dell’arte e della cultura: Philippe Parreno, Anne Imhof, Boris Charmatz, Paul Maheke, Élisabeth Lebovici, Ralph Lemon, Tatiana Trouvé, Teodor Currentzis, Lenio Kaklea, Elisabetta Benassi e Nairy Baghramian.
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