A Palermo lo spazio ZAC ai Cantieri Culturali alla Zisa viene affidato alla Fondazione Merz
La fondazione torinese si aggiudica il bando promosso dal Comune per l’affidamento del grande hangar industriale diventato spazio votato all’arte contemporanea. Per i prossimi tre anni Fondazione Merz organizzerà mostre ed eventi culturali
Anche a Palermo si torna a parlare di progettazione culturale e arte contemporanea, dopo il lungo stop causato dalla pandemia e dopo il ruggente 2018, anno in cui il capoluogo siciliano ha ospitato la biennale Manifesta e gli eventi legati al titolo di Capitale Italiana della Cultura, per poi proseguire nel 2019 con la seconda edizione di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo, ultimo evento internazionale svoltosi a Palermo prima dell’avvento del Covid-19. E Palermo riparte reinventando e dando nuova linfa ai propri spazi votati al contemporaneo, ovvero lo ZAC – Zisa Zona Arti Contemporanee, grande ex hangar industriale ai Cantieri Culturali alla Zisa in via Paolo Gili che adesso diventerà sede del progetto ZACentrale 2021 – 2023, nato dalla sinergia tra il Comune di Palermo e la torinese Fondazione Merz, da anni attiva in città con progetti e mostre che l’hanno vista collaborare tra gli altri con BAM, il Festival delle Letterature Migranti, il Museo Archeologico Salinas, la Fondazione Sicilia, la GAM, l’Università degli Studi di Palermo. “Riprende dopo la lunga sospensione della il cammino di crescita culturale della Città che ha trovato nel 2018 e 2019 una stagione di grande qualità e attrattiva”, dichiara il Sindaco Leoluca Orlando. “La prestigiosa Fondazione Merz da anni condivide la vita artistica di Palermo che ha trovato passaggi qualificanti nel riconoscimento di Capitale della Cultura e nella presenza di Manifesta. La presenza nella Area Zac della Fondazione – con la propria esperienza artistica e sensibilità sociale – arricchirà ulteriormente la già straordinaria vivacità culturale dei Cantieri alla Zisa”.
FONDAZIONE MERZ PER LO ZAC DI PALERMO
ZACentrale è un piano interdisciplinare d’interventi culturali dalla durata triennale, per il quale la Fondazione Merz è stata individuata al termine della selezione del bando indetto nel 2020 dal Comune di Palermo per la ricerca di un “operatore culturale idoneo per la produzione di progetti culturali finalizzati alla promozione, conoscenza e diffusione dell’Arte Contemporanea negli spazi del Padiglione ZAC”. La programmazione prevede mostre, concerti, spettacoli teatrali e di danza, attività formative, incontri, dibattiti, conferenze da svolgersi anche in partenariato con le altre realtà presenti ai Cantieri Culturali. E non solo: all’interno dello spazio sarà creata una biblioteca d’arte contemporanea per la quale è prevista una donazione di 300 volumi da parte della Fondazione. “I partner, gli artisti e il piano dei costi”, specifica la nota stampa, è “a totale carico della Fondazione Merz, senza alcun onere finanziario per l’Amministrazione Comunale”. “Il progetto ZACentrale vuole fare di ZAC un laboratorio culturale dove fare ricerca ed avviare riflessioni sul futuro delle arti e conseguentemente della società intera”, sottolinea Mario Zito, Assessore alle CulturE del Comune di Palermo. “Le attività che si svolgeranno all’interno di ZAC avranno un carattere multidisciplinare che abbatte i confini esistenti, anche se a volte sono solo immaginari, tra i diversi linguaggi artistici”. A coordinare il progetto di Fondazione Merz per lo ZAC sarà la curatrice Agata Polizzi.
I PROGETTI DI FONDAZIONE MERZ ALLO ZAC DI PALERMO
Oltre alla Biblioteca TALEA, ZACentrale prevede anche il progetto terredicoltura, una sorta di incubatore e osservatorio dell’arte giovane nell’area del Mediterraneo che si pone l’obiettivo di mettere in relazione artisti del territorio e internazionali. “La riflessione dalla quale sono scaturiti e sulla quale si sono organizzate le varie parti del progetto generale, originano da un tema straordinariamente contemporaneo e urgente quale l’ambiente e il ruolo che, in questo, gioca l’uomo quale agente di trasformazione (non necessariamente distruttivo)”, spiega Beatrice Merz, Presidente della Fondazione Merz. “Etimologicamente i termini di coltura e cultura, condividono ben più di una comune origine semantica. Ci diciamo convinti del fatto che pratiche ispirate a criteri di responsabilità e sostenibilità debbano informare non soltanto il rapporto con l’ambiente ‘naturale’ ma anche innervare tutta la produzione culturale, la sua filiera di ‘distribuzione’ e che nessuno debba, rispetto a questa parte importante del welfare state, essere lasciato indietro. Non è immaginabile considerare il lavoro culturale e degli artisti disgiunto dalle urgenze sociali d’intere comunità”. Il primo evento è in programma a settembre, con una mostra – o come è stata definita durante la conferenza stampa, un’“inaugurazione” – che presenterà opere della Fondazione, tra cui installazioni di Mario e Marisa Merz.
– Desirée Maida
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati