Tra scultura e segno. Arnaldo Pomodoro va in mostra a Genova
La mostra allestita alla ABC Arte di Genova riunisce una trentina di sculture realizzate da Arnaldo Pomodoro dalla fine degli Anni Cinquanta a oggi.
To scratch, draw, write traccia un racconto atemporale per ricostruire il linguaggio scultoreo di Arnaldo Pomodoro (Morciano di Romagna, 1926). Dalle Tavole dei segni del 1957 e 1960 al Continuum X del 2010, la relazione tra le singole opere diviene legenda per interpretare la vasta produzione artistica dello scultore.
LA MOSTRA ALLA ABC ARTE DI GENOVA
La mostra, a cura di Flaminio Gualdoni, è un labirinto bronzeo tra i segni e le forme della serie di sculture. In un gioco di riflessi, le sale della galleria genovese diventano tela bianca per i caratteri rivoluzionari realizzati dall’artista. Così Papiro I (1985-86) si dilata ed entra nello spazio di ABC Arte, come segno iniziatico del percorso espositivo. Ad accompagnare l’imponente pergamena di bronzo è la Colonna del viaggiatore, sintomo della poetica del viandante propria di Pomodoro. I confini terrestri, come quelli dell’immaginazione, sono limiti che vogliono essere superati attraverso la scultura e il linguaggio.
IL NUOVO LINGUAGGIO DI POMODORO
La scrittura sibillina di Pomodoro diviene protagonista indiscussa. Non solo simboli, ma anche parole. La lotta di classe non è superata né si svolge in condizioni “diverse” cita in Cronaca 5: Paolo Gastaldi (1976), disposto sulla parete dell’ultima sala. Le cinque lastre di bronzo, della stessa serie di Cronache, comunicano con l’opera più recente presentata in mostra: Continuum X. Nuovamente i segni sul bronzo alludono a simboli, pronti a essere consumati e rivelati.
Pomodoro interviene sul solido geometrico per separare e togliere, per entrare nella forma e distruggere il significato simbolico. Rimuovere per comprendere, lo scultore contemporaneo ammette nuovi concetti. Così la sintetica, ma estremamente puntuale, selezione di opere fa della mostra un vero e proprio racconto esplicativo dell’alfabeto di segni di Arnaldo Pomodoro.
– Vittoria Mascellaro
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