Arte, combattimento e vita: le tele “a pugni” del milanese Omar Hassan
Pensava che con il diabete finisse la sua carriera, e invece il combattimento era appena iniziato: ora ci sono un'agenda fitta di personali e di presentazioni del suo libro
Dimenticate le pennellate materiche a olio del Seicento: se cercate un tratto che “balza” fuori dalla tela, la nuova frontiera è il pugno di colore. Questa la tecnica dell’ex pugile Omar Hassan, milanese classe ’87 sbarcato oltreoceano con le sue tele-performance. Dietro il gesto del combattimento, per Hassan una efficace metafora della vita, si intravvede il tratto ribelle di un artista nato come writer, le tracce di colore di Pollock, la provocazione di Fontana e Manzoni, e tutta l’eredità dell’action painting.
DAL RING ALLO STUDIO
Cresciuto nella periferia milanese nel crogiolo culturale derivato da un da padre egiziano e una madre italiana, Hassan dedicava sì del tempo all’arte, ma la sua vita era il ring: dieci anni di incontri per poi sentirsi dire, appena maggiorenne, che ha il diabete e il suo futuro da boxeur professionista è finito prima di cominciare. È così che si ritrova a Brera sotto la guida di Alberto Garutti, una strada tutta da riscoprire: qui trova il modo di esprimere la sua curiosità per il nuovo, il diverso, e allo stesso tempo convertire nella serie Breaking Through tutte le lezioni di vita derivate dalla boxe – cioè pochissima violenza e molta voglia di sprigionare energia, cadendo e rialzandosi. Scoperto da Sgarbi, nel 2015 vede la sua carriera artistica esplodere: espone a Tokyo, Londra, New York, Miami, Singapore, e oggi i suoi lavori sono nelle case di Spike Lee e Sharon Stone.
NUOVI PROGETTI
Omar ora approda in libreria con Per le strade, uscito quest’anno per i tipi di Baldini & Castoldi: si tratta di una collezione di 11 racconti personali, raccolti da pensieri e bozzetti, con una prefazione che include il contributo audio del rapper Mondomarcio e uno scritto dell’amico Marco D’Amore – l’artista lo presenterà nel corso dell’estate. In autunno, per recuperare il tempo perso con la pandemia, lo aspettano una personale a Berlino e un’esposizione a Dubai.
–Giulia Giaume
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