Viaggio e circolarità nella mostra di H.H. Lim in Toscana

Al Chini Contemporary di Borgo San Lorenzo, nella preziosa cornice di Villa Pecori Giraldi, la mostra di H.H. Lim è un potente viaggio sentimentale.

Da qualche tempo, a Borgo San Lorenzo, negli spazi del Museo Chini (Chini Contemporary), è allestita la mostra Percorso circolare di H.H. Lim (Kedah, 1954). L’occasione è nata da una chiamata diretta, quasi una consegna delle chiavi o nomina con unzione (artista chiama artista è infatti l’idea che scorre sul filo progettuale del museo), alla cui base c’è una riflessione intima sul fare e sul pensare, sull’agire nel campo largo dell’arte per costruire un itinerario effervescente e vitale, proiettato sempre sulla linea di una mai paga ricerca.
Lim in questo caso evidenzia tutta la sua camaleonticità, il suo prezioso eclettismo e il suo saper misurare la situazione per mettere sotto scacco anche un locus così caratteristico, così pieno di storia, così vivacemente legato alla vita e all’impresa di Galileo Chini, figlio di Elio (suonatore per diletto di flicorno, sarto di professione) e di Aristea Bastiani: si dice che Aristea sia stato uno scultore o nientemeno il maestro di Omero.

H.H. Lim. Percorso circolare. Exhibition view at Chini Contemporary, Borgo San Lorenzo 2021

H.H. Lim. Percorso circolare. Exhibition view at Chini Contemporary, Borgo San Lorenzo 2021

LE OPERE DI H.H. LIM

Ad aprire il percorso è, nella prima sala, una grande installazione di ventidue tele 100×100 cm – viste nel loro insieme tracciano cromaticamente un ampio paesaggio, accenno ai luoghi di Giotto e di Beato Angelico – su cui appaiono metodicamente le tipiche scritte in Times New Roman a cui Lim ci ha abituato per creare giochi, schermi labirintici, rebus linguistici dove lo spettatore è invitato a togliere numeri o interpunzioni o incognite d’ordine matematico per cogliere (questa volta in ogni riquadro, creando una energica ripetizione differente) la frase Let the Journey be the Destination.
Mother (2020) e Father (2020), nella saletta successiva, sembrano trasportare in uno spazio più intimo, quasi in un lessico familiare, suggerisce l’artista, in una leggera atmosfera nostalgica, in un ritorno alle origini, in una nebbia della memoria. Qui, installato al centro del pavimento in cotto, è presente un primo dispositivo: si tratta di una valigia ricoperta di cemento – imbalsamata, inutilizzabile, cristallizzata, pietrificata – dove l’artista gioca con un’apparente pesantezza determinata dal materiale, a cui fa da contraltare una leggerezza scenograficamente perfetta. Di queste valige che diventano ora parallelepipedi, ora casette, ora casse (una è quasi un cofano funebre, un ultimo respiro del viaggio), in mostra ce ne sono sei: ognuna è plasmata secondo un ordine che dà un senso di stazionamento coatto e che mostra tutta la forza immaginifica di un artista capace di comporre e scomporre e ricomporre lo stesso oggetto preso in esame, declinandolo in forme sempre diverse. Lim non si fossilizza, sfugge a ogni manierismo adottando la strategia del camaleonte grazie all’utilizzo (alla sperimentazione) di materie diverse: pur recuperando a volte alcune tematiche – l’esempio è dato proprio dalla valigia o anche dalla sedia –, queste sono ritrattate, e la ritrattazione è prima di tutto mentale, atmosferica.

H.H. Lim. Percorso circolare. Exhibition view at Chini Contemporary, Borgo San Lorenzo 2021

H.H. Lim. Percorso circolare. Exhibition view at Chini Contemporary, Borgo San Lorenzo 2021

LA MOSTRA DI LIM

La potente policromia di Due passi avanti e uno indietro (2020), assieme a due valige e a un ritratto dell’artista che mima la distanza interpersonale mediante un gesto pittodinamico di mani, caratterizzano la terza sala, mentre nella quarta, splendida è una installazione di sedie – addossato a una parete troviamo anche Un gioco da ripetere anche con la finestra di fronte casa propria dove costruire giorno dopo giorno una vera fiction (2020).
Segue poi nel tragitto diligentemente organizzato da Lim, una sala dove – spettacolare e poetico – è presente un muro bianco di parole depositate dal vento, lasciate e lisciate nell’intimità della mente.
Quasi al termine del viaggio, prima di prendere le scale che portano al primo piano del museo, troviamo un pannello rosso che ridisegna Piazza Vittorio a Roma (On Going, 2020) e un cavalletto su cui un foglio adagiato come una virgola di tempo reca la scritta Io sto diventando quello che penso (2020): qui c’è anche una tela rossa dove leggiamo che l’arte enfatizza la funzionalità del nulla (2020).

H.H. Lim. Percorso circolare. Exhibition view at Chini Contemporary, Borgo San Lorenzo 2021

H.H. Lim. Percorso circolare. Exhibition view at Chini Contemporary, Borgo San Lorenzo 2021

IL VIAGGIO SECONDO LIM

Organizzato come un romanzo dove ogni singola sala dialoga con l’altra sulla traccia di un discorso a capitoli, il Percorso circolare di Lim è dunque una riflessione sentimentale sul viaggio e sui punti di vista dell’uomo (punti di contatto, punti di riflessione) rispetto alle cose del mondo.
Al primo piano del museo, dopo aver gustato di sala in sala questa preziosa esposizione, troviamo, tra le opere permanenti di Galileo Chini – che è stato l’apripista nell’arte italiana primonovecentesca del nesso irrinunciabile tra arte e artigianato – un Untitled (2020) preservato sotto vetro che a primo acchito sembra essere nient’altro che un estintore d’un rosso fiammante, ma che a ben vedere si rivela poi come qualcosa di unico, di prezioso, di incantevole, di irresistibile. Fiore all’occhiello dell’intera esposizione, lo schiumogeno non ha nulla di reale se non la sua forma perfetta: è infatti realizzato interamente in ceramica smaltata, talmente aderente alla realtà da fuorviare anche un occhio esperto. Soltanto guardando attentamente questo eccezionale capolavoro di Lim, osservando l’etichetta, leggiamo sotto le varie istruzioni (magistralmente smaltate), in pancia, “RAM Radio Arte Mobile”, e poi, più in basso, sul fondo, in piccolo, “realizzato da ceramiche Liberati”.

‒ Antonello Tolve

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Antonello Tolve

Antonello Tolve

Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan…

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