Sottomarini e pesci volanti. La mostra di Vanni Cuoghi a Milano
L’Acquario Civico di Milano ospita le opere disegnate, colorate e ritagliate da Vanni Cuoghi: una catena di rimandi al misterioso e sempre affascinante mondo sottomarino, surrealmente mescolato a quello delle vette montane.
“La pittura? Una messa in scena, di certo un artificio”. Con queste premesse Vanni Cuoghi (Genova, 1966) affronta la sua personale all’Acquario Civico di Milano, in una galleria luminosa che si sfila a fianco delle sale buie dove rilucono gli acquari. Si tratta di sedici opere recenti o inedite. Si viene accolti da otto bizzarri paper cutting realizzati in acrilico e china su carta bianca: grandi pesci che volano sopra cime montuose. Imprigionati dentro cornici bianche a box di 62×43 cm, appaiono polpi giganti, capodogli, balene, rane pescatrici, al di sopra di cime alpine come il Monte Bianco, il Dente del Gigante e il Grand Combin. Nell’essere proiettati verso chi guarda, i dipinti creano sulle superfici asportate della carta voragini che suggeriscono abissi.
LA MOSTRA DI CUOGHI A MILANO
Poco più in là una serie di piccole tele (40×60 cm), ancora dipinte con acrilico e china, ma questa volta coloratissime. Si tratta di scatole narrative dove appaiono paesaggi compressi, spesso oscuri e citazioni surreali, ma soprattutto somiglianti a palcoscenici in miniatura disegnati per mimare i collage che non sono. Tra loro si distingue anche per dimensione (70x95cm) quello dipinto su denim. Cuoghi è un artista “milanese” ma proveniente da Genova, dove a suo tempo ha conosciuto i paramenti sacri custoditi dal Museo Diocesano e costituiti da tele di circa 3×4 metri databili intorno al 1538. Teramo Piaggio vi dipinse una Passione di Cristo utilizzando proprio la “tela di Genova”. Così veniva chiamato il denim nel XVI secolo, fortemente commerciato attraverso il porto della città e talvolta utilizzato dai pittori per l’effetto notturno implicito garantito dal suo colorito bluastro. A cucire il tutto c’è poi Erica, la musa di Cuoghi, che appare in queste piccole tele a volte pensosa e poi divinizzata in un grande realizzata in acrilico monocromo.
L’Acquario Civico a Milano è considerato ‒ ingiustamente ‒ un luogo minore dove esporre, ma non è mai stato questo il sentimento di Cuoghi: “Ho fatto di tutto per esporre qui, nonostante gli stop and go dovuti alla pandemia”, racconta. “È un luogo pieno di fascino e poi è frequentatissimo da gente comune e studenti delle elementari e delle medie inferiori. E difatti per loro ho in serbo una sorpresa”.
L’ACQUARIO E IL DIORAMA
A partire dal 3 settembre la mostra di Cuoghi sarà pronta a invadere con un grande diorama anche le gallerie scure destinate agli acquari. Per questo Cuoghi ha progettato in dimensione 1:1 lo studio di Capitan Nemo con tanto elementi di arredamento dipinti. I visitatori si potranno muovere tra la scrivania, la poltrona, le suppellettili del comandante del sottomarino Nautilus, nato dalla fantasia di Jules Verne di Ventimila leghe sotto i mari. Si tratta ancora una volta di una quinta teatrale, dove l’oblò si apre direttamente su una delle vasche dell’Acquario. Tutta la biografia di Vanni Cuoghi, dagli studi in Accademia in poi, sottolinea l’interesse per la scenografia teatrale. E anche in questo caso è il suo spirito libero a dirigere le operazioni. “L’invenzione, qui come altrove, per me sta nella messa in scena, non nella rappresentazione pittorica. Mi piace ricreare un paesaggio effimero che dura il ‘click’ di uno scatto fotografico e prolungare con la pittura il ricordo di ciò che è stato”.
‒ Aldo Premoli
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