L’omaggio a Niki de Saint Phalle della Fondazione Capalbio. Intervista alla Presidente
È il braccio operativo in campo culturale del Comune di Capalbio e il primo evento importante di questa nuova Fondazione è la mostra diffusa dedicata a Niki de Saint Phalle. Ne abbiamo parlato con la Presidente Maria Concetta Monaci
Al confine tra Toscana e Lazio sorge uno dei borghi più belli d’Italia. Stiamo parlando di Capalbio, celebre comune della Maremma ed epicentro, in questa calda estate, di una grande mostra diffusa dedicata a Niki de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 1930 – La Jolla, 2002) e al suo mitico Giardino dei Tarocchi. Un evento di forte richiamo turistico, oltre che culturale, reso possibile dalla Fondazione Capalbio che, pur essendo nata un anno e mezzo fa, è sostanzialmente una nuova realtà nel sistema delle politiche culturali italiane, che il Covid ha solo temporaneamente bloccato. “Nell’anno 2020 il Comune di Capalbio ha costituito la Fondazione di partecipazione Capalbio ed in qualità di fondatore istituzionale mi ha nominata presidente con Decreto n.3 dl 03/03/2020”, spiega ad Artribune la sua Presidente Maria Concetta Monaci, imprenditrice e fondatrice dell’associazione culturale Il Frantoio, foriera di tanti eventi culturali come Capalbio Libri, affiancata in Fondazione da un team tutto al femminile: l’ex sindaca di Capalbio Lucia Biagi, grande appassionata di arte, e Federica Giacon, di Capalbio Giovani. “La nascita di questo importante strumento, rappresenta l’opportunità per la nostra comunità di aggregare attori che tessano nuove relazioni tra pubblico, privato, terzo settore e singoli cittadini”. L’abbiamo intervistata per conoscere storia e sviluppi della Fondazione da lei presieduta…
Come nasce la Fondazione Capalbio?
Nasce dal fatto che il Comune di Capalbio ha, tra gli obiettivi, quello di contribuire allo sviluppo economico e civile della comunità locale, attraverso lo svolgimento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico di cui al D.lgs. 42/04, e di attività culturali e di spettacolo, di formazione superiore e di ricerca scientifica, di organizzazione di mostre, eventi ed iniziative di tipo culturale. Ha, inoltre, l’obiettivo di sviluppare il turismo, riconoscendo ad esso funzione preminente per l’economia della comunità, assumendo iniziative di promozione e di valorizzazione dell’offerta culturale.
E la Fondazione come intende realizzare questi obiettivi?
Sono convinta che la cultura sia profondamente utile e necessaria, oltre che coinvolgente e attrattiva e che attraverso le attività si realizzino processi di attivazione e coesione sociale e si possano supportare nuovi modelli di sostenibilità ambientale ed economica in modo da far vivere e sviluppare questo territorio per quanto è già nella sua stessa natura e storia.
Quali sono gli ambiti artistici sui quali punta per lo sviluppo del territorio?
L’interesse di Fondazione Capalbio è rivolto a tutte le discipline: letteratura, cinema, musica, filosofia, arte, sport, scienza. Ogni campo avrà una sua autonomia, ma lo scopo complessivo sarà uno solo. La coesistenza delle discipline potrà generare risonanze e intersezioni culturali imprevedibili.
Il primo atto (identitario) della Fondazione Capalbio è stato la realizzazione di questo grande evento legato alla figura di Niki de Saint Phalle ed al suo Giardino dei Tarocchi…
La finalità di questo importante evento diffuso è quella di fornire la comunità ed il territorio di un forte elemento simbolico che li renda riconoscibili aldilà del meraviglioso litorale ed il ricco entroterra. Per far questo, la comunità stessa deve assimilare e far propri i simboli di quella che è una delle maggiori espressioni dell’arte ambientale contemporanea.
Come si sostiene l’iniziativa?
In questa ottica, ritengo che l’unione di risorse pubbliche e private nell’ambito della cultura potrà rappresentare, come dimostrato dai nuovi modelli di governance, il motore per lo sviluppo civico ed economico.
Come si struttura e funziona la Fondazione?
Ai soci privati viene affidato un ruolo attivo nella gestione dell’ente con il diritto di partecipare alla scelta di rappresentanti negli organi decisionali, consentendo sia visibilità che responsabilità, come si evince dallo Statuto. Le occasioni di collaborazione con la fondazione sono comunque molteplici: dal sostegno costante a tutte le attività istituzionali, alla possibilità di sponsorizzare singole attività espositive e formative, ad altre forme ancora che andremo a studiare per creare comunque percorsi condivisi. Il progetto globale dell’attività di Fondazione Capalbio, da me diretto e coordinato si compie attraverso il supporto di gruppi di lavoro, distinti per i diversi ambiti (arte, cinema, …) che collaborano con la propria direzione artistica (figura tecnica professionale scelta per le grandi capacità ed amore per Capalbio).
– Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati