Pinuccio Sciola e la scultura in pietra in mostra a Cagliari
Al Castello San Michele, la città di Cagliari rende omaggio a Pinuccio Sciola, scultore tra i più noti della Sardegna. In mostra le celeberrime Pietre sonore, ma anche tante altre opere e materiali inediti.
Dopo il diploma di maturità artistica a Cagliari, Giuseppe Sciola, noto come Pinuccio (San Sperate 1942-2016), segue a Firenze e a Salisburgo i corsi di Oskar Kokoschka ed Emilio Vedova. Dalla fine degli Anni Sessanta inizia il progetto di trasformazione di San Sperate in un autentico paese-museo dove giungono numerosi artisti a realizzare i murales. Nel 1973 lavora con Alfaro Siqueiros a Città del Messico. Partecipa nel 1976 alla Biennale di Venezia Ambiente, partecipazione, strutture culturali. Nel 1996 al Festival Time in Jazz di Berchidda per la prima volta vengono suonate le sue Pietre sonore. Nel 2002 un grande basalto è stato collocato nel giardino presso l’Auditorium Parco della Musica a Roma grazie a Renzo Piano. La casa-studio, sede della Fondazione, e il Giardino Sonoro, il museo all’aperto dell’artista, si trovano a San Sperate, nel Sud Sardegna.
CANNE, SEMI, SPIGHE E FOGLIE: LA NATURA SCOLPITA DI PINUCCIO SCIOLA
A cinque anni dalla scomparsa dell’artista, la mostra Sciola. Madre Pietra la natura la scultura, a cura di Simona Campus e Tiziana Ciocca, allestita nelle sale del Castello San Michele, è un percorso che indaga nella sua opera il rapporto tra arte e natura, ripercorrendo i legami dell’artista con la città e sul significato sociale della sua arte.
Nello spazio antistante il Castello, l’installazione di tubi in ferro a formare guglie in “omaggio a Antoni Gaudí” che tendono verso l’infinito, accoglie il visitatore, facendo dialogare gli spazi esterni e quelli internI dell’edificio fortificato di epoca giudicale, eretto su uno dei sette colli del capoluogo sardo.
Come diceva di sé lo scultore, “sono nato da una pietra, sono amante della terra, dell’acqua, dei fiori, del sole”. Al pianterreno, un’installazione di Canne che omaggia la scrittrice Premio Nobel Grazia Deledda e il suo romanzo Canne al Vento, e i Semi di Pace, sculture di basalto a forma di seme, adagiate su un letto di terra, simboleggiano la pietra che feconda la terra dando origine alla vita e alla creatività. Dai semi nascono poi altre sculture a forma di Spighe e Foglie, opere simili a quelle esposte nel 2004 al Jardin de Luxembourg in omaggio a Jacques Prévert e nel 2008 sul sagrato della Basilica inferiore di Assisi.
LE PIETRE SONORE E L’AMBIENTALISMO DI SCIOLA
Dalle sculture che l’artista ha quasi lasciato nella sua forma originaria si prosegue con le Pietre Sonore in basalto e calcare, opere più conosciute che racchiudono in sé il canto della Natura, tra i quali risalta a fine percorso la pietra suonata come un’arpa dallo scultore qualche settimana prima della sua scomparsa nella performance La voce della pietra, di fronte al Mosè di Michelangelo in San Pietro in Vincoli.
Al piano superiore l’ambiente luminoso e l’allestimento esaltano e valorizzano le proprietà tipiche delle sculture dell’artista, dal linguaggio ambientalista, raccontando di terra e mare nelle Bagnanti e di paesaggio, ambiente architettonico e città nelle Vele e altre sculture di matrice costruttivista.
SCIOLA MURALISTA NEI DISEGNI E NEI BOZZETTI IN MOSTRA
A corredo delle opere sono esposti numerosi disegni e bozzetti inediti e la documentazione fotografica degli interventi ambientali e arte urbana, come i murales. In una parete domina un grande dipinto su legno del 1995 raffigurante un muro di pietre dalle tonalità blu, testimonianza dello Sciola pittore, a ricollegare la sua attività di muralista a San Sperate, ma anche a Cagliari, come testimoniano alcune fotografie e i numerosi bozzetti a penna, inchiostro e acquerello del dipinto parietale in un edificio di Piazza Repubblica commissionato da privati nel 1986 e purtroppo andato perduto.
– Alessio Onnis
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