Il duo Genuardi/Ruta in mostra in una masseria del Salento
I due artisti Antonella Genuardi e Leonardo Ruta ospiti di Masseria Canali in Salento per un progetto curato da Nicoletta Rusconi. Opere, forme e tessuti ritmano gli spazi di un casale agricolo ripensato in chiave cosmopolita.
Uscire dai classici circuiti del sistema dell’arte per approdare in altri luoghi, dove l’impegno degli artisti si coniuga con il desiderio dei visitatori di investigare nuove forme di fruizione insieme allo stupore per ambienti inediti. Nicoletta Rusconi in anni recenti – ben prima del Covid, che ha imposto a molti un cambio di passo su questo fronte – ha portato avanti tali progettualità con impegno: accade anche in Salento, dove ritorna con un suo progetto, questa volta dedicato al duo siciliano Genuardi/Ruta, che nella Masseria Canali hanno vissuto e lavorato per preparare una mostra che va scoperta passo dopo passo, tra lavori site specific e dipinti su tela di diversi formati.
LA MOSTRA DI GENUARDI/RUTA IN SALENTO
Il duo, da tempo concentrato su una pittura dalle radici minimaliste, ma al contempo con un impegno verso lo studio sistematico dei materiali e della loro stessa pertinenza formale, in questa occasione si è dedicato a una ricognizione delle forme dell’architettura rurale salentina, anche per ciò che riguarda gli aspetti puramente cromatici. Affiorano così gli ocra, gli aranci densi, le terre bruciate dal sole. Negli ambienti della struttura riconcepita, dopo un attento restauro, dal talento cosmopolita del padrone di casa, Davide Meretti, si rincorrono così lavori di grande formato, da cui si estrudono elementi fitomorfi, che sono la vera novità delle opere recenti di Genuardi/Ruta, e strati di velluti dalle declinazioni cangianti.
“Per noi una residenza è un viaggio di ricerca”, suggeriscono i due artisti. “Questo ci spinge a conoscere al meglio le zone che ci ospitano attraverso lo studio delle architetture che segnano i passaggi storici. Tutta la Masseria si è prestata prima come atelier e poi come luogo espositivo”.
‒ Lorenzo Madaro
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