La visione anarchica di Fabrizio Dusi al Monte Verità di Ascona

La mostra di Fabrizio Dusi è un omaggio alla storia centenaria del Monte Verità ad Ascona. La collina riconosciuta per la sua energia naturale dalla colonia di artisti e intellettuali che la abitava.

Nella “collina delle utopie” è ancora possibile tornare allo stato di natura grazie alle opere di Fabrizio Dusi (Sondrio, 1974). Le installazioni site specific segnano un percorso simbolico volto a omaggiare la colonia alternativa e vegetariana che a inizio Novecento abitava il Monte Verità. Così l’artista propone una visione edenica, alternativa alla nostra realtà.

LA MOSTRA GOLDEN AGE

Da sanatorio a realtà poliedrica, Monte Verità propone da tempo incontri culturali, manifestazioni e mostre con l’intento di valorizzare il suo patrimonio storico e culturale. Così nasce la scelta di ospitare la personale di Fabrizio Dusi tra gli spazi interni dell’hotel in stile Bauhaus e il giardino antistante. Sensibile ai temi legati alla storia collettiva, l’artista si distingue per le linee sintetiche e i neon colorati. Ecco che la storia del Monte Verità viene riletta da Dusi in chiave pop all’interno di Golden Age. Il titolo evoca non solo le origini della comunità, ma anche l’idea di un giardino fantastico, in cui l’uomo può vivere liberamente.

Fabrizio Dusi, Liberi, 2021, installation view at Monte Verità, Ascona. Courtesy l'artista e Monte Verità

Fabrizio Dusi, Liberi, 2021, installation view at Monte Verità, Ascona. Courtesy l’artista e Monte Verità

IL PARADISO ANARCHICO DI FABRIZIO DUSI

Nel parco di Monte Verità, come germogli, Eva e Adamo crescono dalla terra. I due mezzibusti blu sono i primi ad abitare questo paradiso anarchico, dove la posizione della donna assume un ruolo di prim’ordine. È il titolo stesso dell’opera a suggerire questa emancipazione, di cui la comunità balabiott si è sempre fatta portavoce. Un gioco per affinità di cui Fabrizio Dusi si serve per raccontare la Golden Age di questo luogo magnetico. Il ciclo pittorico, esposto nella sala Balint, rappresenta chiaramente questo giardino fantastico. Ancora una volta il richiamo alla colonia vegetariana è quanto più evidente, come suggerisce l’immagine del girotondo, che sembra alludere alla famosa fotografia dei fondatori.

LIBERTÀ E UTOPIA

Tre principi emergono da questa narrazione paradisiaca: libertà, anarchia e utopia. Dusi diffonde le parole all’interno dell’hotel Bauhaus, quasi a ricordarci quali siano i temi iconici della storia del Monte Verità. La luce blu della parola Liberi segna un nuovo inizio, mentre Anarchy riflette la roccia intagliata nell’hotel. Ecco che il ritorno a una vita naturale sembra possibile.

Vittoria Mascellaro

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Vittoria Mascellaro

Vittoria Mascellaro

Vittoria Mascellaro è nata a Monza nel 1996. Si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Milano, per poi conseguire un biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA. Attualmente è cultrice di sociologia dell’arte all’Accademia di…

Scopri di più