Libere e desideranti. Una mostra di pittura alle Cinque Terre
FINO AL 30 SETTEMBRE, PRESSO L’ORATORIO DEI DISCIPLINATI DI SANTA CATERINA A CORNIGLIA, È ALLESTITA LA MOSTRA PERSONALE DELLA PITTRICE IVA LULASHI. MA DUE OPERE SONO STATE RIMOSSE PERCHÉ “TROPPO SPINTE”.
La mostra curata dal collezionista Giuseppe Iannaccone raccoglie dodici lavori inediti di Iva Lulashi (Tirana, 1988), allestiti nell’aula dell’oratorio di Santa Caterina a Corniglia, la quarta delle Cinque Terre. Per Lulashi la pittura e il disegno sono sempre stati gli strumenti ideali per assecondare la sua esigenza espressiva, un gesto vitale e necessario attraverso il quale approfondire se stessi, il presente e la memoria.
L’INNO ALLA LIBERTÀ DI IVA LULASHI
L’artista pone un focus particolare sulla figura femminile, rappresentando donne “libere e desideranti” in scene erotiche e nudi. Attraverso una lettura filtrata dalla sua esperienza, l’artista arriva alla rappresentazione di corpi femminili nudi come rivendicazione della propria libertà. Infatti, fino agli Anni Novanta in Albania l’erotismo aveva subito la censura del regime.
La pittura dell’artista si rivela quindi un’occasione di memoria collettiva e sociale, “un inno alla libertà, al diritto di amare”, spiega il curatore. Il pennello diventa il mezzo per emanciparsi, per liberarsi da strascichi culturali interiorizzati. Immagini sospese che lasciano intendere, suggeriscono ma non troppo, lasciando allo spettatore l’occasione di immaginare e fantasticare sulle scene e sulle figure rappresentate.
I visi spesso sono nascosti, gli sguardi indecifrabili. Il colore scuro e polveroso, la resa dell’immagine sfocata come fosse un ricordo confuso; è così che l’artista riesce a innescare un mix di sensazioni, il tutto sottolineato dal suggestivo spazio espositivo. Una sala ad aula unica di un oratorio di recente ricostruzione, ma con un pavimento obliquo e pareti dall’intonacatura sgretolata. Nel complesso restituisce un’atmosfera piacevolmente ambigua, e anche un po’ punk.
CENSURA ALLE CINQUE TERRE
Una vicenda da menzionare è il caso di censura che ha coinvolto due delle opere in mostra.
La questione sarebbe partita da un paio di persone che hanno manifestato al sacerdote del paese il proprio sgomento di fronte ad altrettante tele, che rappresentano rispettivamente un corpo nudo femminile sdraiato su un prato (immagine guida della mostra) e una scena di intimità fra due donne. Le due opere sono state definite “nudi troppo spinti”. Di conseguenza l’organizzazione, per evitare malumori, ha rimosso i due lavori.
“Censurare un’opera è contro la cultura, va contro la libertà di emozionarsi davanti a una poesia”, spiega Giuseppe Iannaccone. Ma le dinamiche di potere nei piccoli centri sono molto particolari. “Fare arte alle Cinque Terre è difficile, è un contesto complicato”, chiosa Iannaccone.
L’ARTE PER UN TURISMO PIÙ SANO
Da anni la zona delle Cinque Terre non fa che subire le conseguenze di una consistente turistizzazione. E ne soffrono la terra quanto gli abitanti, che negli anni si sono spostati dalla zona. L’idea di Iannaccone – in questo caso realizzata con il contributo del Comune di Vernazza, Fondazione Carispezia e Prometeo Gallery – è quella di proporre un’alternativa a questa estesa superficialità di approccio, elevando la proposta culturale dei poli di attrazione turistica. Il progetto prevede la partecipazione attiva degli abitanti del paese di Corniglia, come nel caso delle due studentesse coinvolte come mediatrici culturali. Inoltre, nelle prime settimane di apertura della mostra i cittadini del paese sono stati invitati a votare la propria opera preferita, che sarà poi donata al paese di Corniglia. Questa modalità, oltre che essere inclusiva e coinvolgente, offre l’occasione per dare vita a solidi e concreti legami tra l’arte e la collettività.
– Marlene L. Müller
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati