YouTube blocca l’account all’artista austriaco Oliver Ressler. Per spam o per contenuti politici?
Oliver Ressler artista austriaco, da anni impegnato sul fronte dell'anticapitalismo e dell'ambientalismo, è stato vittima della cancellazione del suo canale su YouTube, dovuta a "ripetute violazioni" e "truffa", a detta della piattaforma. Eppure Ressler ha semplicemente condiviso il suo archivio di 31 film: forse non graditi alla piattaforma che ora fa marcia indietro?
Il 2 agosto 2021 YouTube ha cancellato, senza alcun preavviso e comunicazione, l’intero canale dell’artista Oliver Ressler, da sempre corrosivo per le sue idee, determinato e controcorrente. Ressler abbraccia alcune cause, condivisibili da molti, come le lotte contro il cambiamento climatico, l’inquinamento e l’abuso spregiudicato e irrispettoso dell’ambiente.
L’email di YouTube indirizzata all’artista recitava: “Abbiamo esaminato i tuoi contenuti e abbiamo riscontrato gravi o ripetute violazioni delle nostre linee guida della comunità. Per questo motivo, abbiamo rimosso il tuo canale da YouTube. […] Spam, truffe o contenuti commercialmente ingannevoli non sono ammessi su YouTube”. Dopo le numerose adesioni alla causa dell’artista e le pressioni da parte dell’opinione pubblica schierata contro la censura nelle sfere dell’arte, dell’attivismo ambientale, della cultura a 360°, YouTube ha finalmente fatto marcia indietro. Se infatti la piattaforma ha ignorato per più di 7 giorni la richiesta di Ressler di riattivare il profilo, sono bastati due giorni in cui molti giornali hanno manifestato dissenso per l’accaduto e centinaia di post di sostegno sono stati diffusi su social media e blog, per mutarne la sorte: l’account è di nuovo online.
IL CASO RESSLER – YOUTUBE
Alla domanda sul perché ciò sia potuto accadere, Oliver Ressler risponde: “Sicuramente nessuna delle tre ragioni che YouTube indica nella lettera. Non è spam, non offre contenuti commercialmente ingannevoli. Di sicuro non è una truffa, ma un’opera cinematografica politica accuratamente studiata. Beh, che sia politico, di sinistra, anticapitalista e contrario al lavoro distruttivo che le corporazioni sostengono quotidianamente, il ‘business as usual’, potrebbe essere la ragione per cui hanno bloccato il profilo. Posso solo fare speculazioni, forse qualcuno dei loro clienti aziendali non era entusiasta del mio canale e ha suggerito a Google di chiuderlo?”
UN CORPUS DI 31 FILM ARCHIVIATI SULLA PIATTAFORMA
I video rimossi da YouTube costituiscono un archivio di 31 film realizzati tra il 2000 e il 2018: documentari dall’approccio giornalistico ma che non nascondono il loro puntuale schieramento, presentati numerose volte in occasione di mostre, festival cinematografici e contesti di movimento sociale. Film non solo apparsi in diverse biennali ma esposti in musei del calibro del Reina Sofía di Madrid e del Centre Pompidou di Parigi.
Proprio ad inizio 2021, l’artista ha esposto alcuni suoi lavori nella personale In and Against the War on Terra, a Roma presso The Gallery Apart. Al centro, l’opera Everything’s coming together while everything’s falling apart (2016-2020) rappresentava 6 movimenti di protesta, volti a smantellare un sistema economico sin troppo “dipendente dai combustibili fossili”.
IL CASO DI YOUTUBE
Se l’artista aveva già da tempo reso i suoi film disponibili, integralmente, sulla pagina web personale e su Vimeo, si era dimostrato riluttante a pubblicarli su YouTube, sotto l’occhio vigile di Google. Ha deciso di fare questo passo in piena pandemia, per raggiungere un pubblico più eterogeneo e per motivi strategici. Ressler è colpito e adirato da quest’atto di censura e freno alla libertà di parola, espressione e opinione. Nella sua Newsletter afferma: “Ciò che è diverso questa volta è che il censore non è uno stato o una provincia, ma un’entità privata. Il fatto che una corporazione sia autorizzata ad essere nella posizione di censurare la dice lunga sulla mancanza di controllo democratico nell’industria globale dei media”. Il problema riguarda in realtà tutte le piattaforme, non solo il mondo Google dunque ma anche e soprattutto quello di Facebook. Ed ha a che fare, più che con la censura, con la logica automatica degli algoritmi: se pubblichi una immagine di nudo viene censurata, non importa se in quel caso era semplicemente un’opera d’arte; se in molti ti segnalano rischi la soppressione del tuo profilo, non importa se hai ragione e quelli che ti denunciano sono troll organizzati. Esattamente come è successo ad Artribune da quando si è schierata a favore di vaccinazioni e Green Pass: essere dalla parte giusta, sui social, spesso non è conveniente e questo deve far riflettere.
I NUOVI PROGETTI, TRA ARTE E CURATELA, CHE ABBRACCIANO IL MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA CLIMATICA
Comunque Oliver Ressler non ha intenzione di fermarsi davanti a questi ostacoli. Confida così i suoi prossimi progetti ad Artribune: “sto per completare tre film, tutti riguardanti il movimento per la giustizia climatica. Fanno parte del mio progetto ‘Barricading the Ice Sheets’ che sarà mostrato, per la prima volta, in una mostra personale alla Camera Austria di Graz il 3 settembre 2021. In aggiunta, sto curando la mostra ‘Overground Resistance’ che aprirà presso lo spazio frei_raum Q21 a Vienna. Questa collettiva sembra essere la prima mostra d’arte al mondo a concentrarsi direttamente sull’attivismo climatico”.
— Giorgia Basili
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