L’arte al festival Videocittà di Roma. Intervista a Damiana Leoni e Rä di Martino
All'interno del Festival Videocittà, all'EUR a Roma in questi giorni, sono state organizzate due serate ad hoc sulla videoarte. Abbiamo intervistato le curatrici Damiana Leoni e Rä di Martino. E c’è anche un talk a cura di Artribune
Dal 15 al 19 settembre tra il Palazzo dei Congressi e il Giardino delle Cascate, torna Videocittà 2021, il Festival della Visione, delle immagini in movimento, della contaminazione tra le arti, ideato da Francesco Rutelli e diretto da Francesco Dobrovich. In particolare, il 17 settembre sarà dedicato all’arte contemporanea, con una sezione di videoarte ospitata sulla terrazza del Palazzo dei Congressi. Dopo l’esordio con gli AES+F nella giornata del 16 settembre, venerdì 17 settembre alle ore 21 avrà luogo il talk NFT– Nuove prospettive di espressione e di mercato, organizzato da Artribune. Si indagheranno i molteplici aspetti della Crypto Arte e, a seguire, partirà la serata dedicata alla videoarte. L’incontro, moderato dal visual artist Christian Nirvana Damato, coinvolgerà Bruno Pitzalis, Giulio Bozzo, Mattia Cuttini. Ne abbiamo parlato con Damiana Leoni e Rä di Martino, curatrici della sezione arte della manifestazione.
Come avete selezionato gli artisti e quali sono le tematiche del programma di Videocittà?
Rä di Martino: Siamo partite da”People and Planet”, macro-temi portanti in questo momento ma anche molto aperti. Abbiamo cercato degli artisti che né in modo didascalico né troppo diretto parlassero del futuro del pianeta. La selezione è legata all’animazione: intendiamo tutto ciò che può essere incluso nella categoria, dai metodi più classici come il cut-up al CGI, al gaming, sino alle opere digitali – gli NFT venduti con la criptovaluta. Abbiamo scelto artisti molto famosi e stranieri come Jon Rafman (TBC) che lavora sempre in CGI su visioni del mondo distopiche e oscure, legate al gaming, come Nathalie Djurberg–Hans Berg o Hans Op de Beeck. Ci sono anche artisti meno noti e giovanissimi come Giulio Scalisi, ventenne che lavora proprio con l’animazione. Si trovano rappresentati molti Paesi ed età e la selezione abbraccia opere dal 2005 al 2021.
Quali sono state le priorità sulle quali avete spinto per questa edizione?
Damiana Leoni: Nonostante questa sia la quarta edizione di Videocittà, quest’anno si avvia la terza edizione dedicata alla videoarte; le prime due edizioni proponevano un concept diverso. L’Eur è diventata la Hub di Videocittà. Quest’anno lavoro con Rä, era mia volontà affiancarmi con un artista per avere una percezione diversa rispetto a quella di un curatore proveniente da diversi ambiti. Abbiamo voluto proporre una rassegna che si allargasse ad un pubblico più ampio, con una visione culturale non ortodossa o prettamente pertinente al settore artistico, utilizzando il discorso della Digital Animation.
Come vi siete coordinate tra di voi?
RdM: Il lavoro è stato molto spontaneo. Avevo già presente alcuni artisti da coinvolgere, ho attinto dal mio pool mnemonico di opere che mi convincevano, invece Damiana dalle sue ricerche, dal background dei frequenti viaggi che le hanno donato suggestioni sul mondo.
DL: Personalmente ho un punto di vista più connesso alla comunicazione, mentre Rä è più esperta di tecnologia, siamo felici della combo, c’è un desiderio di replicare in futuro la collaborazione.
Cosa porta il festival Videocittà a Roma e cosa Roma al Festival?
DL: L’idea di Videocittà nasce con l’intento di porre attenzione su tutti quelli che sono i mestieri legati all’immagine in movimento. Roma è la città del Cinema, eppure la sezione di Videoarte offre una nuova realtà, delle nuove sinergie di pubblici. L’arte contemporanea viene vista spesso come qualcosa di irraggiungibile, inspiegabile. La differenza con il film è che manca la narrazione, vince la frammentazione. Si può entrare in una sala e vedere un pezzo di video, uscire e poi ritornare. Videocittà si è stabilita come appuntamento per i romani.
RdM: È raro che artisti che lavorano in video abbiano la possibilità di usufruire di proiezioni così spettacolari. Videocittà offre non solo un pubblico più grande, ma la possibilità di vedere i video in maniera insolita: non come in tv o al cinema o in un museo. Videocittà fonde inoltre più campi: Digital art, installazioni, musica, arte contemporanea… non sono mondi separati ma comunicanti.
– Giorgia Basili
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