Morto Fulvio Salvadori, artista, filosofo, scrittore. Il ricordo di Adelina von Fürstenberg

Compagno di strada degli artisti, dei curatori, degli intellettuali. Amico prezioso e mentore per molti. Dall’esperienza di art/tapes/22 a ART for The World, di cui inventò il nome, Adelina von Fürstenberg ricorda Fulvio Salvadori

Fulvio Salvadori aveva una autorevolezza molto sottile. Non cercava il potere accademico, mentre gli artisti, gli autori, gli scienziati, i giovani, insomma tutti quelli che avevano scelto la via della conoscenza, dopo averlo conosciuto se lo tenevano per sempre stretto al cuore. Era il mio maestro ed anche un amico prezioso. L’amore per l’arte e la cultura, ci portavano a delle discussioni animate da Platone a Gino de Dominicis, da Heidegger al poeta Kavafis, fino a poi finire tutti insieme in cucina per preparare patatine fritte e pollo alla birra…esperienze uniche e dirette, che nessun follower dei social media potrà mai condividere.

CHI ERA FULVIO SALVADORI

Salvadori viveva a Empoli, in Toscana. Filosofo, scrittore, artista…Come fotografo ha collaborato con artisti e compositori sperimentali come Giuseppe Chiari, ha scritto testi per Marina Abramović, Marco Bagnoli, Luciano Bertolini, Jack Goldstein, Michelangelo Pistoletto, Filippo di Sambuy e Chen Zhen. Il suo saggio “Mediterraneo” era uscito per la Biennale di Venezia nel 1993 (ed. Magasin –Grenoble), ed in seguito tradotto in greco e presentato al Museo Goulandris per l’Arte Cicladica ad Atene. Nel 2005, il suo saggio antologico “Le Visioni del femminile nella Storia dell’Arte” (ed. Giunti) ha accompagnato la mia mostra “Donna Donne” a Palazzo Strozzi a Firenze. Recentemente è stato pubblicato sull’ultimo suo libro “Scritti sospesi” (ed. Lindau).

Fulvio Salvadori, 1984, CAC photo credit Egon von Fürstenberg

Fulvio Salvadori, 1984, CAC photo credit Egon von Fürstenberg

L’ESPERIENZA DI ART/TAPES/22 E ART FOR THE WORLD

Tra gli anni ‘70 e ‘80 ha collaborato con Maria Gloria Bicocchi ad “art/tapes/22” e all’Archivio Storico-ASAC della Biennale di Venezia. Maria Gloria ha scritto sul suo profilo Facebook: “È mancato un Maestro di vita, un filosofo, ma soprattutto un vero grande amico da cinquanta anni, Fulvio Salvadori: come molti grandi delmondo se ne è andato nel sonno, senza che questo passaggio lo abbia potuto impaurire (..)Finché rimane negli amici una traccia del nostro pensiero la morte non esiste. E Fulvio lo portiamo in noi”. Per me e il pubblico ristretto che frequentava allora il Centre d’art contemporain di Ginevra tra gli anni ‘70 e ‘80 la sua presenza è stata fondamentale per approfondire i temi e capire il senso del lavoro dei Concettuali come Daniel Buren, Sol Lewitt, Joseph Kosuth e la relazione tra l’arte e la scienza attraverso il convegno “Creazione e Creatività”, curato da lui per l’Università di Ginevra. Più tardi, durante gli anni ’90, ha seguito i miei studenti all’ Ecole du Magasin-CNAC di Grenoble e rimasto in contatti con molti di loro. Durante la mia mostra “Dialogues of Peace”, per il cinquantesimo anniversario dell’Onu, il Segretario Generale mi ha suggerito di creare una struttura permanente dove l’arte e la politica potessero convivere attraverso gli occhi degli artisti, ed è Salvadori che ha trovato il nome ad ART for The World che celebra quest’anno i suoi 25 anni.

IL LEGAME CON MARCO BAGNOLI

Fulvio ha seguito in particolare il lavoro di Marco Bagnoli, un’amicizia e scambio intellettuale di alto livello, mentre Marco, cosa rara nella nostra società sempre più disimpegnata, si è preso cura di Fulvio durante la sua lunga malattia fino alla fine. Il testo che segue è una lettera aperta di Marco Bagnoli scritto il giorno della sua morte, 11 settembre 2021: (..) Era il 1981 e forse il 1081 e dia lì tua storia s’intreccia con la mia. Tu da quella Firenze esaltata dei Chiari e dei Moretti, dei Bicocchi e degliart/tapes, in cui tutti gli artisti accorrevano, io da una Milano stranita di case svuotatee di Spazio x Tempo. E non fu tanto dopo che attraversammo il Mont Blanc per Ginevra e poi più volte a Grenoble in incontri entusiasti e allarmati con Adelina ed Egon e Shirazeh Houshary, al chiaro di una luna piena, e anche i Merz, Alighiero e di certo Gino De Dominicis. Tanti i dialoghi che hai congegnato di spettri filosofici fino a quell’incontro fatale con l’amico Paolo Marinucci – di ritorno da sette anni di una Estremadura – che aveva cambiato il suo viaggio e cambi. anche il nostro.Così caro amico abbiamo voluto gettare miele nel vento facendone dono a quelfiume sommerso, cercando, dopo la perdita di ogni memoria, la fonte che la riaccendapiù. in alto. E mentre resto in attesa, mi fermo in quei giorni felici, con i piediappoggiati sugli antichi muri di campagne assolate, per leggere ancora con te leUpaniṣad in segrete armonie con Parmenide (..)

-Adelina von Fürstenberg

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