Punti di vista su Roma nel nuovo spazio proejct della Sara Zanin Gallery
Dieci artisti si interrogano sulla decadenza e sulla fragilità della Città Eterna. Mescolando tecniche e sguardi fino a comporre un efficace mosaico visivo.
L’affascinante e allarmante caleidoscopio urbano offerto da HIC, la collettiva curata da Saverio Verini e Michele Tocca nel nuovo spazio project della z2o Sara Zanin Gallery di Roma, pone al centro dell’attenzione il collasso di una città – piena di meraviglie, poetica e patetica, madre premurosa e matrigna feroce – resa sempre più inospitale e, per dirla con Mitscherlich, istigatrice di discordia.
In mostra (il percorso è polifonico, dieci sono le opere e dieci sono gli artisti) abbiamo come l’impressione di gustare un continuo e piacevole scorrimento, uno spostamento dell’esterno verso l’interno: la dimensione urbana entra infatti in quella architettonica per farsi analisi mai scontata di un territorio trascurato e quasi abbandonato a se stesso.
I 10 ARTISTI IN MOSTRA A ROMA
Tra i vari lavori che si ha modo di gustare in questo itinerario, ognuno dei quali si presenta come un pungente punto di vista su Roma, bisogna sottolineare il video di Jacopo Martinotti (Anno X, 2020): davvero elegante nell’intrecciare alcuni fili del passato alle distrazioni del presente e nell’evocare certe atmosfere d’una memoria ormai smarrita. Intelligenti e preziosi anche Mura Aureliane (smog) (2019) di Michele Tocca, Nero Roma (2015) di Alessandro Sarra – una tela, quasi del tutto otturata da una pesante velatura corvina, poggiata su due sampietrini – e A través (2013) di Calixto Ramírez Correa.
C’è, poi, un bellissimo lavoro di Giovanni De Cataldo (Virginia, 2018) presentato durante la sua prima personale presso z2o, un elegiaco olio su tela di Alessandra Giovannoni (Il gabbiano, 2012), un recente Senza titolo (2020) di Pesce Khete, due piccole e ironiche foto di Stella Laurenzi (Hedonism and Too Many Dinner Parties, 2021), un’installazione un po’ pomposa di Jacques Julien (insieme di opere realizzate durante la sua recente residenza a Villa Medici – Samples, Falls e Empaths, 2021) e una foto di Olivo Barbieri.
Puntuale il volume ciclostilato che raccoglie stralci di libri, immagini o frammenti di corrispondenza tra i due curatori e che palesa la ginnastica riflessiva da cui è scaturita la visione espositiva.
‒ Antonello Tolve
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