Miracoli, disastri e mutazioni. Lo sguardo sul futuro del collettivo Chto Delat a Roma
Guarda al presente e alle sue complessità il progetto del collettivo Chto Delat, in mostra alla The Gallery Apart di Roma.
Con New Kinetic Melodies: On Miracles, Disasters And Mutations For The Future il collettivo Chto Delat (fondato a San Pietroburgo nel 2003) propone, negli spazi di The Gallery Apart a Roma, un progetto che sembra rispondere alle urgenze del presente, ai traumi o anche alle conquiste del contemporaneo.
LA MOSTRA DI CHTO DELAT A ROMA
Ad aprire questo loro percorso è, al piano fronte-strada della galleria, il trittico, o se vogliamo anche la trilogia, di film girati nell’ultimo quinquennio da Chto Delat – New Dead End Street. Summer School of Slow Orientation in Zapatism, (Russia, 2017), Gente di farina, acqua e sale (Italia, 2019), About the footprints, what we hide in the pockets and other shadows of hope. (Grecia, 2021) – e che compongono l’ampio progetto Slow Learning by Zapatista, legato non solo alle idee che hanno animato l’insurrezione nata attorno alle rivendicazioni di Emiliano Zapata, ma anche a una didattica radicale, allargata, espansa, aperta all’aperto della vita vera, alla differenza e alla solidarietà, all’incrocio tra culture, al rispetto e al dialogo. Attorno a questo triangolo di film inseriti in strutture che richiamano alla memoria i carrozzoni del burattinaio o le sbieche e accomodate bancarelle a rotelle di venditori ambulanti, troviamo tutta una serie di opere a parete, come Map of Slow Orientation in Zapatismo ‒ Paris version (2017), Wandering Earth, Version 1 (2021) e sette meravigliosi gonfaloni della serie Navigation Signal Flag System. Set #3, Some Signals Registered From Chiapas (2021), che rendono palese l’idea di una necessaria cultura globale, capace di rispettare e reintegrare la luce delle differenze.
CHTO DELAT E L’ATTUALITÀ
Ad accoglierci, nel basement, è il video Six kinetic melodies for a useful future (2021), dove troviamo dei giochi sottili di transfer e controtransfer tra i vari personaggi – che osservano e si osservano e si proiettano nel mondo del potenziale spettatore che li osserva oggi in differita – legati a una stessa atmosfera psicofisica (in questo caso specifico la chiusura stagna del lockdown generato dalla recente pandemia). Tre ampie installazioni a parete, in questo stesso spazio, invitano il pubblico a spostare via via una tenda antistante con stampe iconografiche di varie culture, per guardare oltre e percepire poi delle immagini (un drone che sorveglia, un posizionamento di ambulanze, un checkpoint) su cui leggiamo dei numeri realizzati con fiori artificiali: 9928-7, 481-Φ3, 267YK. Che cosa rappresentano questi numeri? Indicano alcune leggi emanate dal governo russo per un controllo totale sull’individuo e una maggiore restrizione della libertà personale. La 481-Φ3, nello specifico Legge federale n. 102-FZ sulla modifica del codice delle violazioni amministrative della Federazione Russa § 2, è stata firmata il 30 aprile 2021 dal presidente Vladimir Putin nell’ambito degli emendamenti che prevedono restrizioni di materiale distribuito online o attraverso i social network. Brillanti le didascalie ragionate presenti in tutto il percorso espositivo.
‒ Antonello Tolve
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