Prima del tuono, dopo il buio. La mostra di Leiko Ikemura a Milano
Oltre cinquanta opere occupano i quattro piani della galleria milanese Building, dando spazio alla riflessione dell’artista giapponese sulla figura umana e non solo.
A Milano, durante la tanto attesa Design Week, ha inaugurato la prima personale italiana dell’artista giapponese, naturalizzata svizzera, Leiko Ikemura (1951). L’ampia retrospettiva allestita alla galleria Building propone un excursus storico sulla sua variegata produzione artistica. Dai dipinti di grande formato, realizzati nei primi Anni Ottanta, alla scultura in vetro, creata appositamente per la mostra. Un autentico universo espressivo ordinato per nuclei tematici.
LA STORIA E LA POETICA DI IKEMURA
Prima del tuono, dopo il buio è il risultato di un lavoro che dura da più di quarant’anni, un omaggio alle tradizioni e alle culture che Ikemura ha incontrato nella sua vita, un viaggio tra tecniche e stili.
Nata a Tsu, in Giappone, Leiko Ikemura si trasferisce in Europa negli Anni Settanta. Vive per diversi anni in Svizzera, poi a Colonia e infine a Berlino, dove diventa docente alla Universität der Kunste. I numerosi spostamenti diventano sostrato della sua indagine rivolta al cambiamento. Dal figurativo all’astratto, lkemura si concentra sulla figura umana e sulla sua posizione nel mondo. Ecco che le figure femminili, iconiche nel suo lavoro, fluttuano da un paesaggio etereo fino ad abitare mondi cosmici.
LE OPERE DI IKEMURA
Poliedrica e sagace, Ikemura lavora con l’acquarello, la pittura, la fotografia e la scultura. Ad affascinare è il piacevole dialogo che si instaura tra tradizione e visione personale. Di fatto l’artista mostra un notevole rispetto nei confronti delle tecniche, a cui aggiunge un tocco singolare. È il caso della scultura in bronzo al piano terra, che mantiene le strutture della fusione per renderle parte integrante dell’opera.
Ad accompagnare il più recente bronzo roteante sono i primi disegni realizzati dall’artista e il grande pastello colorato Ohne Titel (1983). Espressione di speranza e fiducia, l’opera, realizzata durante il soggiorno a Norimberga, diviene il fulcro della mostra. Eppure questa sensazione promettente si scontra con la realtà del cambiamento, rappresentato dal dittico che dà il nome alla personale: Before Thunder (2014-17) e After Dark (2014-17). Imponenti, i due dipinti si ergono nella sala come i protagonisti di una storia privata, ma comune. Una condizione condivisa da molti: quella dell’incessante divenire che turba la vita umana. La preoccupazione per il nostro pianeta diviene qui sempre più evidente. Uomo e natura diventano un unicum nella tempesta violenta che si scaglia nell’oscurità della tela.
UNA MOSTRA IN VERTICALE
Dopo il buio, la vivace parete color rosa pastello attraversa il primo piano della galleria. Il muro luminoso fa da sfondo alle sculture irregolari, eterogenee e non finite realizzate con bronzo e terracotta. Mentre splende di luce propria la prima scultura in vetro realizzata da Ikemura appositamente per la mostra, in collaborazione con la vetreria artistica Berengo Studio di Venezia.
Lo sviluppo verticale della galleria Building è stata una sfida per il curatore Frank Boehm, che per l’occasione ha deciso di dedicare a ciascun piano una piccola mostra. Divisi per nuclei tematici, i vari livelli della galleria milanese sembrano i capitoli di una narrazione continua. L’idea è quella di rappresentare il circolo della vita. Ecco che allora dall’ultimo piano, dove troviamo i dipinti più vicini all’astrattismo, si vuole tornare ancora al primo e così incessantemente per comprendere la condizione umana. Chi siamo? Ma soprattutto dove siamo? Questi gli interrogativi a cui Leiko Ikemura cerca di rispondere con un’energia senza tempo.
‒ Vittoria Mascellaro
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