Tutte le sfumature della meraviglia in mostra a Cisternino
La Torre Civica di Cisternino accoglie le riflessioni di cinque artisti pugliesi sul concetto di meraviglia. Tra fiaba, memoria e infanzia.
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Quanti significati può avere l’idea di meraviglia? Tentano di dare risposta a questo interrogativo i cinque artisti pugliesi riuniti dalla mostra allestita presso la Torre Civica di Cisternino, magnetico esempio di architettura normanno-sveva.
FAVOLA E MEMORIA IN MOSTRA
L’universo della favola e della memoria è alla base dell’opera di Valeria Quaranta, Vacuilab, che rappresenta una parte dello studio di Grottaglie dell’artista: pupazzi accigliati, dipinti e opere in macramè evocano cupe atmosfere di un passato remoto. La seconda sala è arricchita dalle suggestioni cromatiche generate dal simbolismo mistico della poetica pittorica “neoplatonica” di Emilio D’Elia, che propone l’installazione-costellazione I suoni del centro, scandagliando i confini del blu oltremare attraverso tre dipinti su carta.
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Emilio D’Elia, Nostra Signora della luce, 2020, tecnica mista pigmenti naturali su carta giapponese, cm 107×78
DAL MITO ALL’INFANZIA
L’installazione ambientale di Gianfranco Basso, invece, è caratterizzata da innumerevoli fili rossi appesi nella penombra della sala, a evocare i fili delle vite che, nella mitologia greca, le Moire avevano il compito di tagliare. Conclude il percorso Kinderszenen, l’installazione di Gianluca Esposito e Fabio Maria Alecci. I due artisti ricreano, soprattutto grazie al linguaggio della scultura, “scene infantili”, rappresentando con atmosfere ludiche ma anche un po’ sinistre l’universalità dell’infanzia.
‒ Cecilia Pavone
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