Il lato freddo della Sicilia va in mostra in un eremo desolato
La “Sicilia fredda” di cui parlava Sciascia è la fonte di ispirazione della mostra collettiva che riunisce ventuno artisti nell’entroterra montano dell’isola.
La mostra allestita a mille metri di altezza tra i Monti Sicani, in una delle zone meno frequentate della Sicilia, nasce da un’idea lontana dall’estetica “mediterranea” e “solare” di cui si nutrono tanto gli agenti turistici dell’isola quanto le polemicucce estive sulla spazzatura a Noto. Questa è davvero un’altra Sicilia: umbratile e solitaria, pulita e ordinata, insomma “montanara”. Una Sicilia che incrocia di rado le forme contemporanee della comunicazione.
IL PROGETTO SICILIA FREDDA
La Sicilia Fredda è un progetto ideato da Alfonso Leto, che ha trovato l’habitat espositivo adeguato nell’Eremo di Santa Rosalia a Santo Stefano di Quisquina, tesoro dell’architettura rurale monastica del XVII secolo incastonato in un bosco di querce che risulta anche per questo motivo un luogo assolutamente unico sull’isola.
L’eremo, tetro e fascinoso insieme, già nel nome incarna la narrazione stessa del progetto: il termine “quisquina” viene dal berbero e significa oscurità, ombra. Da qui l’idea che orienta l’offerta espositiva: la ricerca di artisti di diverse generazioni accomunati dall’aver elaborato un rapporto stretto con l’entroterra montuoso agrigentino, dando vita a un presidio che affonda le radici nel luogo, ma che si apre anche a una visione evoluta del contemporaneo.
LA MOSTRA ALL’EREMO DELLA QUISQUINA
Dal chiostro dʼaccesso allʼeremo si percorre il lungo corridoio delle celle monastiche fino agli ambienti che furono un tempo le legnaie e i locali di servizio a esse collegati. In questi ambienti si snoda il percorso espositivo, che allinea le opere di 21 artisti. Quarant’anni separano Alfonso Leto (1956) dal più giovane tra agli artisti in mostra (Christian Reina, 1996), ma ambedue sono nati in questo paese dell’entroterra di poco più di 4000 anime, dove se di neve magari se ne vede meno di un tempo, resta una disposizione dell’animo che richiama un silenzio assoluto eppure ricco di potenzialità, creativo e poetico. L’arte qui nasce dal bisogno di meditazione-mediazione tra una realtà materica necessaria e un mondo indicibile che solo agli artisti è dato scrutare e trasmettere. Gli spazi dell’Eremo della Quisquina, per la loro temperatura e per la quiete che li avvolge, sono adatti a mettere in mostra opere che, nella diversità delle loro realizzazioni, si sono fatte carico di questo spirito.
OCCHI PUNTATI SULL’ENTROTERRA SICILIANO
Questa mostra è inclusa nel programma del Sicani Creative Festival, approvato dal Ministero della Cultura, per la rigenerazione dei piccoli Comuni, che coinvolge, sul territorio dei Monti Sicani, altri sei Comuni. Gli artisti, i curatori e le istituzioni che hanno realizzato questa esposizione intendono porre l’accento sulle condizioni critiche dell’Eremo, il quale oggi necessita di urgenti interventi di restauro e conservazione.
‒ Aldo Premoli
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