Pieghe e volumi nella mostra di Cesare Berlingeri a Cosenza
Dopo i numerosi rinvii a causa della pandemia, le sale di Villa Rendano, a Cosenza, accolgono finalmente le opere di Cesare Berlingeri. Mettendo in luce le sue fonti di ispirazione e i cardini della sua poetica.
La piega è l’essenza della poetica di Cesare Berlingeri (Cittanova, 1948), un atto in cui l’artista presenta in superficie l’involucro dei suoi lavori, nascondendone il germoglio creativo tra le pieghe. Uno scontro antico tra luci e ombre che prende vita nella mostra presso Villa Rendano a Cosenza.
Una città che non rappresenta un semplice luogo per Berlingeri, ma costituisce il punto fermo del principio, il posto in cui la fiamma dell’arte, molti anni fa, ha rivelato la sua vocazione. All’inizio degli Anni Settanta Berlingeri lavora nel mondo del teatro come scenografo e nel corso di una tournée fa tappa al teatro Alfonso Rendano di Cosenza. Durante l’allestimento di una rappresentazione teatrale, nota come i macchinisti piegano i tappeti di velluto da lui realizzati per la scenografia, una scena apparentemente banale, ma che per Berlingeri assume il senso di una folgorazione. Da quel momento decide di fare l’artista, lasciando che l’atto del piegare, dell’avvolgere e dell’accartocciare diventino ossessioni del suo vocabolario stilistico.
A distanza di cinquant’anni da quella rivelazione, Berlingeri torna a Cosenza esponendo nel luogo in cui Rendano ha vissuto. Dal teatro, dove tutto è iniziato, alla villa, dove l’artista arriva all’apice della maturità. Nelle aree espositive, il cui allestimento è affidato alla cura della gallerista Marilena Sirangelo, le opere dialogano con lo spazio rinascimentale, sviluppando una armonica relazione che si snoda su due piani: il piano nobile, dove è collocata la maggior parte delle opere, e il secondo piano, dove l’artista si confronta con la tecnologia del Museo multimediale Consentia Itinera.
LE OPERE DI CESARE BERLINGERI
Nella sala principale del piano nobile le monocromie dei rotoli Barocco Nero, Rosso, Blu e Argento (2016) spiccano come monoliti, creando una singolare relazione con il pianoforte di fine Ottocento appartenuto a Rendano, mentre nei corridoi si susseguono i lavori di nuova fattura (2020) realizzati su carta, in cui il tratto della piega si schiaccia senza, però, perdere forma.
Sulla parete centrale della seconda sala si staglia Costellazione (2017), un lavoro composto da tele piegate di diversa grandezza disposte ad angolo. Di nuova produzione, invece, la serie dei Volumi (2019-20) in cui l’estroflessione sostituisce la piega. Spostandosi nell’altra ala ci si imbatte nell’iconico Avvolgere la notte (2013) caratterizzato da una illuminazione blu che richiama il colore dei rotoli di stelle, disposti in verticale come tante torri di Babele.
BERLINGERI E LA MULTIMEDIALITÀ
Il secondo piano di Villa Rendano ospita il Museo multimediale Consentia Itinera, uno spazio realizzato grazie alla Fondazione Attilio e Elena Giuliani che offre ai visitatori un viaggio alla scoperta delle origini della città attraverso proiezioni immersive. Berlingeri accetta la sfida di confrontarsi con una realtà radicalmente opposta all’essenzialità delle sue creazioni e colloca nelle aree del museo una serie di tele arrotolate e accartocciate che richiamano la serie dei covoni (Les Meules) di Claude Monet. Un esplicito richiamo alla natura immanente in aperto contrasto con l’aleatorietà della tecnologia. Quando le luci si spengono, le immagini e i colori dei filmati svaniscono, ma le opere restano, come corpi presenti radicati alla terra.
– Antonio Mirabelli
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