Indagini sull’identità nella mostra di Davide Serpetti a Roma
Negli ambienti di Casa Vuota, i ritratti pop su tela di Davide Serpetti chiamano in causa l’identità di genere. Rifiutando qualsiasi definizione a priori e celebrando la differenza.
Davide Serpetti (L’Aquila, 1990), alla prima personale a Roma, ridefinisce nei colori vivi di volti senza tempo le sinergie delle identità maschile e femminile e le differenze che le abitano. Partendo dalla nozione di differenza di genere, l’operazione artistica nega il presupposto che essa rimanga sempre uguale a se stessa e realizza una collezione di volti tra loro simili ma sfuggenti a connessioni obbligate. I concetti di identità e conseguente riconoscimento sono aggiornati dalle modifiche seriali alle fisionomie e dal sonno che ne annulla il determinismo comportamentale. Scenografico compimento della mostra è l’installazione I miss you more when I have happy moments to share (2021), realizzata da Serpetti in collaborazione con Karol Sudolski. Una scultura stampata in 3D è posta su un piedistallo, solitaria e importante nel buio di una stanza altrimenti sgombra. L’alterità, mediata dai pattern digitali in movimento, è ora autonoma, risignificata nel dinamismo di luci e colori che la supportano. Da svegli, nell’identità mediata, c’è lo stupore dell’esserci e dello scoprirsi allo stesso tempo prossimi e diversi.
– Raffaele Orlando
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