La Biblioteca Vaticana apre il suo primo spazio per l’arte contemporanea
A due passi dalla Cappella Sistina si può visitare la nuova Sala Espositiva della Biblioteca, aperta alla presenza di Papa Francesco. A inaugurarla, una mostra di Pietro Ruffo ispirata all’enciclica papale Fratelli Tutti
La Biblioteca Apostolica Vaticana si apre all’arte contemporanea. Alla presenza di Papa Francesco è stata inaugurata infatti una nuova Sala Espositiva, primo spazio pubblico dell’istituzione con lo scopo di sostenere l’arte e “la cultura dell’incontro”, ha detto il cardinale bibliotecario José Tolentino de Mendonça. Finanziata dagli eredi del filantropo americano Kirk Kerkorian, la Sala affacciata sul Cortile del Belvedere vuole essere uno spazio permanente dedicato alla cultura, dato che come ha detto lo stesso Papa “il cuore umano non ha bisogno solo di pane, […] ha bisogno anche di cultura, di quello che tocca l’anima, che ravvicina l’essere umano alla sua dignità profonda”. La Sala apre al pubblico con una mostra dallo spirito cartografico dell’artista Pietro Ruffo (Roma, 1978): Tutti. Umanità in cammino. Dalla cartografia di viaggio alle mappe utopiche e allegoriche: la Biblioteca Apostolica Vaticana incontra Pietro Ruffo. Questa, in programma fino al 25 febbraio 2022, è ispirata all’enciclica papale Fratelli Tutti dello scorso ottobre, basata sugli scritti di san Francesco.
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LA MOSTRA DI PIETRO RUFFO
La mostra dell’artista romano, curata da don Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo e Delio Proverbio, riflette sull’enciclica in un dialogo tra antico e presente. Per l’esposizione in quattro parti sono stati esposti degli esempi di cartografia celeste e terrestre di Ruffo, a cui sono associati tre tesori della collezione pontificia – un planisfero cinese, un rotolo astronomico indiano e cinque astrolabi cartacei cinquecenteschi -. Seguono nella terza parte delle mappe utopiche e allegoriche, mentre per l’ultima sezione Ruffo è stato incaricato di creare una nuova opera ad hoc, affrontando i temi della migrazione e del viaggio. L’installazione site-specific che ne è nata, ospitata all’interno della Sala Barberini, è The Clearest Way, in cui l’artista ha rivestito con delle stampe botaniche le librerie in legno del XVII secolo, trasformando la stanza in una foresta ideale.
– Giulia Giaume
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