Il dibattito sull’eutanasia finisce in una mostra di Kunstschau a Lecce
Il tema dell’eutanasia è il fulcro della mostra proposta dal collettivo Kunstschau a Lecce. Ricorrendo all’arte contemporanea come strumento di riflessione su questioni etiche universali
La riflessione sulla controversa questione etica relativa alla legittimità dell’eutanasia è alla base di “EU”, la mostra proposta dal collettivo Kunstschau di Lecce nella sede di via Toma.
Per la prima volta il collettivo leccese ‒ formato da Violetta Barba, Chiara Bevilacqua, Anna Dormio, Roberto Lacarbonara, Laura Lerario e Giancarlo Nunziato ‒ presenta una mostra ideata e realizzata unicamente dai suoi membri, portando in primo piano il dibattito politico e culturale sull’eutanasia, attuale sia in Italia che nel resto dell’Europa. Un dibattito che si rende necessario, soprattutto alla luce della massiccia adesione, da parte dei cittadini italiani, alla proposta referendaria “Eutanasia legale. Liberi fino alla fine”.
ARTE ED EUTANASIA
Così, giocando sull’etimologia del termine “eutanasia” ‒ composto dal suffisso “eu”, che rimanda alla sigla dell’Unione Europea e che in greco antico significa “bene”, e dal sostantivo “thanatos”, che indica, appunto, la “buona morte” ‒, Kunstschau ha pavimentato il suo box utilizzando dei mattoni in spugna verde. Una spugna idrofila che è la stessa utilizzata nell’industria florovivaistica per tenere in vita artificialmente i fiori recisi. Nell’ambiente ‒asettico e privo della presenza umana ‒ creato dal collettivo leccese campeggia, infine, una mensola su cui sono stati deposti quattro camici verdi, simbolo dei quattro Paesi europei che già adottano le leggi per l’eutanasia legale.
– Cecilia Pavone
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