A Roma mostra struggente che racconta il legame fra Tacita Dean e Cy Twombly
Alla Fondazione Nicola Del Roscio, a Roma giusto sotto alla Galleria Gagosian, Tacita Dean rende omaggio al suo mentore e amico Cy Twombly
Ha dedicato i suoi ritratti, girati in 16 millimetri, a maestri come Giorgio Morandi, Mario Merz, David Hockney e Merce Cunningham, ma il rapporto di Tacita Dean (Canterbury, 1965) con Cy Twombly (Lexington, 1928 – Roma, 2011) era davvero speciale. Lo testimonia la mostra Sigh, Sigh, Sigh, in corso alla Fondazione Nicola Del Roscio, che documenta in maniera intensa e poetica una sorta di affinità elettiva tra i due artisti, i quali appartengono a generazioni diverse ma si muovono su territori comuni.
TACITA DEAN E CY TWOMBLY A ROMA
Un percorso che intreccia immagini, sensazioni, emozioni e ricordi, spaziando tra serie fotografiche e filmati, attraverso un itinerario espositivo che ha trasformato lo spazio brutalista in un labirinto composto da ambienti di dimensioni e forme diverse, per conferire alla rassegna un taglio sorprendente e inaspettato, che ne accentua il carattere intimo e nascosto. L’opera sulla quale si incardina l’intera mostra è Gaeta (fifty photographs plus one) (2015), una grande installazione a parete composta da 51 fotografie scattate da Tacita nello studio di Twombly a Gaeta, realizzata in collaborazione con Cy per la scelta delle immagini, volutamente evocative e mai celebrative, che ci introducono nel mondo dell’artista, fra parole tracciate su foglietti volanti, frammenti di sculture classiche, libri e momenti di vita quotidiana, tra le quali spicca la cinquantunesima immagine, nascosta in una saletta, che si riferisce invece a un dettaglio di un dipinto di Giorgio Morandi, protagonista del film Still Life (2009), girato da Tacita Dean nello studio del pittore e proiettato in mostra.
LE OPERE DI TACITA DEAN
Una volta entrati nell’intimità di Twombly, il passaggio successivo è la visione di Edwin Parker (2011), girato nello studio di Lexington, in Virginia, che documenta le giornate di Cy in diretta e senza filtri, quasi a voler raccontare il lato privato di un artista schivo e timido, che ha sempre evitato ogni forma di pubblicità: uno storytelling annunciato fin dal titolo, che fa riferimento al nome di battesimo di Twombly. L’ultimo capitolo del “viaggio intorno a Twombly” è Pan Amicus (2021), un filmato commissionato a Tacita dal Getty Center per celebrare il ventennale della sua fondazione, che la Dean ha dedicato al disegno di Twombly Pan (1975). Un’opera molto significativa per l’artista, che ha visitato Delfi per la prima volta nel 1987 da studentessa, e nello stesso anno ha conosciuto l’opera di Twombly grazie a una mostra alla Whitechapel Art Gallery di Londra. “C’è molto di Pan in Cy Twombly (…) Questo disegno, ‘Pan’ (1975) è il primo che mi ha catturata”, scrive Tacita nel saggio A Panegyric, pubblicato nel catalogo dell’antologica di Twombly alla Tate Modern nel 2008 e ripubblicato in questa occasione, dove l’artista racconta il suo rapporto con Twombly attraverso suggestioni provenienti da James Joyce, Marguerite Yourcenar, Roland Barthes e W.B. Yeats.
TWOMBLY SECONDO DEAN
“Twombly è irriverente e profano. Al posto del formalismo e del controllo c’è un eccesso di energia, a volte libidinosa a volte scatologica, dove i segni vengono tracciati con abbandono”, scrive la Dean, la quale presenta in questa mostra un lato interessante e poco noto in Italia della sua ricerca, che utilizza l’introspezione come linguaggio espressivo per tessere segrete trame narrative di illuminante spessore.
‒ Ludovico Pratesi
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