La diaspora africana contemporanea in mostra a Torino
Zéh Palito è protagonista della mostra allestita da Luce Gallery a Torino. Un percorso fatto di radici, cultura, rappresentazioni di un’esistenza intensa e concreta, declinata nella materia effimera del lusso
La mostra ospite di Luce Gallery accorpa un nuovo nucleo di opere, dove a dominare la scena sono i soggetti dell’immaginario dell’artista afro-brasiliano Zéh Palito (Itaqui, 1991). Della sua cultura originaria si percepiscono risonanze cromatiche accese e corpose, proprie di un Paese come il Brasile. I colori brillanti riportano alla mente atmosfere distese e vivide, evidenti sia nella tradizione sia nel desiderio di riscatto di un tempo che impone nuovi modelli di riferimento.
L’ARTE DI ZÉH PALITO
Zéh Palito riporta sulle tele, di grande formato, l’esperienza della street art; riduce le dimensioni per adattarle agli spazi d’azione, mantenendo ferma l’idea del vissuto, attraverso dinamismi quasi ripetitivi, dove i soggetti convivono in uno spazio quasi nullo, su uno sfondo carico di colore.
È uno stile figurativo rapido nelle linee, dove le ampie zone bianche risaltano sul nero, ampliandolo e castigandolo allo stesso tempo. Palito mantiene alcuni dettagli in forma di bozza realizzata a matita, una sorta di timbro identificativo, che lascia un “finale aperto” in ogni singolo lavoro.
LE OPERE DI ZÉH PALITO
I protagonisti delle opere di Zéh Palito sono attivi, vivi, incontrano la cultura visiva popolare nel riconoscimento di marchi famosi legati al lusso e all’apparenza.
In Untouchable Negritude l’artista rende la Blackness intangibile. Tutto l’insieme mostra momenti di vita della diaspora africana contemporanea rappresentando figure audaci, sicure. Tra oro, frutti esotici, gioielli e conchiglie, i soggetti si mostrano presenti e protagonisti della propria storia, mondi autonomi e concreti. Ciascun personaggio assume una posa forte, potente, carica di una positività che omaggia un ricco patrimonio culturale. Palito è un osservatore culturale: nelle sue tele scorrono brani di esperienza in sequenze pittorico-narrative d’impronta riflessiva. Come ha scritto il suo collega Derrick Adams, le sue opere sono una “Diaspora Tropicale in cui vengono mostrate narrazioni fantasiosamente costruite che riflettono un evocativo mondo di meraviglia e simbolismo”.
‒ Grazia Nuzzi
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