Apre Volumnia a Piacenza con una performance spirituale
La chiesa sconsacrata nel centro di Piacenza è stata recuperata dalla gallerista Enrica De Micheli, che l’ha resa il proprio atelier di design con aperture all’arte e alla ricerca. Il primo appuntamento è la mostra-performance della coppia Carlo Brandelli - Ewa Wilczynski.
Un respiro regolare, calmo: poche cose possono dare, dopo quasi due anni di pandemia, altrettanta speranza. Tutte le tensioni accumulate in mesi e mesi di nervosismo, tutte le ore passate tra ospedali e bollettini, chiedono qui di sciogliersi. Il rito, delicato e intimo, della performance di Carlo Brandelli ed Ewa Wilczynski è la propaggine estrema di 1000 Breath Paintings, la mostra che la coppia ha portato negli spazi piacentini di Volumnia, progetto di arte e design di Enrica De Micheli.
LA PERFORMANCE DI BRANDELLI E WILCZYNSKI
L’atto artistico – che andrà in scena per i visitatori solo la sera di sabato 13 novembre 2021 – è breve, ma intenso: Ewa cammina su alti tacchi neri in un lungo saio rosso, i capelli altissimi e cotonati, verso una candela, piazzata davanti allo stand quadrato che contiene le opere, una per ogni parete esterna e interna. Mentre accende la candela si sente un ritmico respiro, amplificato da uno stereo sempre in funzione – mentre si entra nello spirito meditativo dell’opera, il suono scompare. Ewa si sposta nella parte interna dell’installazione, dove dipinge una luminosa pennellata verticale. Tutto è “sintassi della luce”, grazie all’oro 24 carati sciolto nella pittura che compone le opere, ispirato a una formula rinascimentale dice Wilczynski, e ricopre i magneti accostati alle opere. Ad essere luminosa, soprattutto, è l’energia spirituale che si percepisce tra le quattro piccole mura. “Quello che conta è l’energia”, racconta Brandelli, un po’ in inglese e un po’ in italiano. “Abbiamo lavorato più di un anno sul tema della connessione e dell’equilibrio, cercando di creare speranza e rendere l’invisibile visibile”: Brandelli si riferisce al respiro, un tema a loro molto caro: durante la pandemia avevano ricoperto Londra di schermi su cui proiettare proprio una performance incentrata sul “breath”, il simbolo della vita.
L’OPERA 1000 BREATHS PAINTINGS
Come un giardino zen, le opere 1 Breath Painting, 100 Breaths Painting e 1000 Breaths Painting sono appoggiate sulle pareti di una piccola struttura. Quello che le differenzia sono il numero di pennellate, a ognuna corrisponde l’esalazione di un respiro: raggiungendo le mille pennellate, gli strati si sommano tra loro, andando a comporre non solo una tela ma anche una piccola scultura che gli artisti hanno staccato dal supporto, “in questo modo si possono tenere in mano mille respiri dell’artista”. Le influenze orientali emergono con costanza, dall’arte calligrafica al feng shui passando per gli abiti della performance e gli ideogrammi creati dai due per simboleggiare la loro alleanza artistica. Allo stesso modo queste influenze vivono nei due artisti, eterei e bellissimi: lei agopuntrice, lui amante del tai-chi e della medicina tradizionale cinese, hanno una affinità spirituale sufficiente da aver concepito un progetto come questo senza stare nella stessa stanza. “È stato difficile fare un lavoro spirituale senza che la gente pensasse alla religione”, commentano i due, “così come è difficile creare qualcosa che all’apparenza è molto semplice. Eppure vivendolo si capisce che è il risultato di un processo semantico molto lungo”.
LA NASCITA DI VOLUMNIA
Una facciata settecentesca e un cuore rinascimentale sono la magnifica veste di Volumnia, il progetto con cui la famosa gallerista di design e storica mercante d’antiquariato Enrica De Micheli ha recuperato una chiesa sconsacrata nel centro di Piacenza per farne uno spazio espositivo, di vendita e di ricerca. “Ho ottenuto quattro anni fa la chiesa, che è del demanio, partecipando a un bando pubblico e pagando restauri e affitto”, racconta De Micheli, che stava per trasferirsi con la galleria a Milano quando un problema di salute l’ha costretta a rimandare ogni cosa. La ricompensa non sta tardando a dimostrarsi: non ci sono solo i pezzi di alto design e le mostre, ma è anche in cantiere una serie di eventi dal sapore civico – un vigile è entrato pochi giorni prima per parlare di un progetto di educazione stradale per bambini che si terrà in questi spazi – e una libreria: “Qui ci sarà tutta la mia collezione personale di arte e design, che non ho nessuna intenzione di vendere ma che mi piacerebbe fosse a disposizione di studiosi e appassionati, e a cui affiancherò una serie di libri d’artista”. Le cinque navate sono popolate da poltrone e tavolini, lampade e teche con gioielli, che si alternano alle statue decollate da Napoleone fino all’abside, dove una grande pedana nasconde il riscaldamento a pavimento. Tra la zona calda e quella fredda, vicina alla strada, comparirà un telo, per rendere lo spazio aperto a eventi all-year-round, in vista del quale aprirà anche un ristorante nell’antica falegnameria adiacente alla chiesa.
-Giulia Giaume
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